La Lombardia supera la Campania per numero di pizzerie, grazie anche alla diffusione di catene partenopee in trasferta, mentre gli esercenti napoletani
soffrono l’aumento dei costi delle materie prime. Sul prodotto
tipico piu’ noto della cucina partenopea soffiano venti di crisi,
insospettabili dopo decenni di vento in poppa: e cosi’ due
commissioni del Consiglio regionale organizzano una mattinata di
audizioni con gli assessori competenti e gli operatori del
settore, per fare il punto su iniziative a sostegno del settore.
Tra le proposte, una Biennale della pizza che metta insieme
tutta la filiera, dai produttori di farina e pelati fino al
comparto dell’olio e della mozzarella, per ‘fare rete’ tra varie
eccellenze dell’agroalimentare campano.
La convocazione delle audizioni non ha a che fare con il
‘caso Briatore’ e le polemiche sulle pizze a prezzi record
offerte nei ristoranti del manager, anche se gli operatori
napoletani riconoscono che il prodotto, nel capoluogo campano,
dovrebbe costare di piu’ . Antonio Pace, presidente
dell’Associazione Verace Pizza Napoletana, ne e’ convinto: “Noi
siamo la patria della pizza e la citta’ dove e’ universalmente
riconosciuto che venga preparata la migliore pizza in assoluto.
Eppure qui non la si puo’ vendere a 13-15 euro come altrove,
bisogna tenere conto del contesto economico locale”.
Per il presidente della commissione agricoltura del Consiglio
regionale, Francesco Emilio Borrelli, il paradosso e’ che altre
regioni finiscono per beneficiare delle strategie di marketing
promosse qui: “Se la pizza e’ diventata grande nel mondo e’ merito
dei napoletani e dei campani. Il riconoscimento dei marchi Stg e
Unesco e’ frutto del lavoro tra le associazioni e le istituzioni
locali e non degli imprenditori o istituzioni del Centro Nord; e’
assurdo che noi facciamo il lavoro ed altri godono delle
ricadute economiche”. Il presidente della commissione lavoro del
Consiglio, Carmine Mensorio, accende i riflettori anche sul
versante occupazionale: “Occorre offrire garanzie chiare ai
lavoratori del comparto”.
La parola chiave e’ marketing territoriale. Gli assessori
regionali all’Agricoltura, Nicola Caputo, e al Lavoro, Antonio
Marchiello, sono pronti a sostenere iniziative per la promozione
della pizza made in Napoli e in Campania. Caputo ipotizza la
Biennale, le associazioni sono pronte a un tavolo di lavoro
comune. Tutti d’accordo su un punto, dalla qualita’ non si
prescinde: la folla di turisti che invade Napoli quest’estate,
assaporando pizze, deve essere il miglior ambasciatore
dell'”unicita’ ” del prodotto locale. Con buona pace delle pizze
vip di Briatore.