Dopo alcuni anni sottotono, il fatturato della filatura italiana nel 2018 mette a segno un’evoluzione positiva, nella misura del +3,2%, riportandosi sugli oltre 2,9 miliardi di euro. La filatura laniera si conferma il comparto preponderante, concorrendo all’83,3% del turnover settoriale, mentre il filato di cotone copre il 13,9%, seguito dal filato liniero circoscritto al 2,8%. Il valore della produzione e’ stimato in aumento rispetto ai livelli raggiunti nel 2017 (+2,7%). Sono i dati diffusi oggi da Sistema Moda Italia alla vigilia di Pitti Filati, dal 26 al 28 giugno a
Firenze. Nel 2018 l’export e’ tornato in territorio positivo: era dal 2011 che tale comparto non presentava un incremento delle vendite estere (2015 escluso, anno questo in cui si erano assestate sui livelli del 2014). Piu’ in dettaglio, l’export settoriale e’ cresciuto del +2,9%, portandosi a 848 milioni di euro. L’import si e’ assestato sui livelli del 2017, ovvero 884 milioni, segnando una dinamica contenuta al -0,2%. Il 2019 invece si e’ aperto in salita per la filatura italiana. Con riferimento al commercio con l’estero, se il primo trimestre del 2018 si era aperto favorevolmente all’insegna di una crescita delle esportazioni di filati (+5,5%), il 2019 ha visto un avvio
meno brillante. Da gennaio a marzo 2019 l’export di filati e’ arretrato infatti del -2,5%, per un totale di 219 milioni di euro. Parallelamente, l’import, che nel 2018 aveva chiuso il primo trimestre con -0,5%, ha sperimentato una variazione simile, ma di segno positivo ovvero +0,4%. Le importazioni complessive restano, dunque, sui 242 milioni di euro.