Intervista a Don Dario Colle- parroco della parrocchia San Lorenzo
Napoli-Pianura- Chiesa di San Lorenzo- incontriamo il parroco
Don Dario esordisce con un passaggio del cardinale Comastri, a lui molto caro, che dice:” i santi sono quelli che hanno preso domicilio a Betlemme”. “La pongo come domanda ai lettori: qual è il domicilio del tuo cuore? “ Don Dario Colle nasce a Pianura trentanove anni fa, e sente particolarmente il legame con il Beato Don Giustino, del quale ci dice : “Lui ha preso domicilio a Betlemme, questa Betlemme che è nata dal cuore di Giustino, è che significa casa del pane, è diventata casa che ha accolto ,che ha dato vita a tante case in tutto il mondo, perché ad oggi il cuore di Don Giustino è un cuore mondiale , e per noi qui Pianuresi la nostra Betlemme è a pochi passi da casa nostra ed è nella Parrocchia San Giorgio Martire, lì tanti pianuresi hanno trovato, attraverso don Giustino, il volto bello di Dio, di quel Dio nato, di quel Dio vivo, presente. Don Giustino scriveva:” O dolce vita mia, bel figlio di Maria, tu solo caro Dio, sei tutto il mio tesor. Vorrei per te signore, morì ognor d’amore. Per te bambino mio, che mi hai rubato il cuor”. Sì, quel bambino di Betlemme ha rubato il cuore e per questo motivo Giustino lo ha fatto diventare annuncio per tutti i cuori, queste sue parole hanno il sapore del Natale”.
A questo proposito Padre le chiedo, questo Natale che sapore avrà?
In questo tempo io prego insieme a Don Giustino per la Grazia d’amore di Dio. Don Giustino sa cosa significa questo tempo perché lo ha vissuto in prima persona, era nella storia quando durante la pandemia di Spagnola 1918-1920, sa cosa significa la sofferenza, ha attraversato le guerre, sia la prima che la seconda. Sa cosa significa la povertà, Pianura era veramente povera, sa cosa significhino le privazioni e ne ha dato significato, perché non ha mai fatto smettere di guardare a Gesù, perché Gesù è il significato della storia. Io penso che Giustino potrà intercede presso il trono di Dio altissimo, e noi leggendo la sua testimonianza storica potremmo riscoprire come affrontare questo tempo dato che il significato della presenza di Dio è mettere Dio come possibilità di amore, di speranza, di fiducia e attraverso il suo cuore costruire, affinché anche questo tempo di pandemia così difficile non ci tolga la possibilità di poter costruire quei cieli nuovi e quella terra nuova che hanno sognato i Santi. Papa Francesco oggi diceva: se facciamo da soli potremmo rischiare il miraggio, se sogniamo insieme possiamo farcela.”
In che modo quindi potremmo preparaci a vivere questa Festività?
“ Guardando avanti con fiducia, cercando di creare qualcosa, Don Giustino c’è e ci ha detto che questo è possibile, che lui è rimasto con il domicilio a Betlemme quindi nessuno cambi casa, nessuno si senta lontano da quel domicilio, le porte sono aperte e Don Giustino ci ricorda di entrare e con la presenza di Dio nel cuore si possono fare grandi passi”. Possiamo dire che Don Giustino di grandi passi ne abbia fatti tanti? “Potremmo dire che con lo sguardo e con il cuore grande, Don Giustino parla di tutte le vocazioni, ecco la grande missione: da Betlemme a Nazaret che sono un po’ i due respiri che abbiamo qui a Pianura, fino a Gerusalemme che lo sguardo mondiale. A Nazaret Gesù cresceva sostenuto da Giuseppe e da Maria, e noi riusciamo con l’apostolato dei nostri Padri e Suore a crescere con quella stessa attenzione che Don Giustino chiedeva, perché quel Gesù che è presente nel cuore di ogni bambino e di ogni eletto delle Vocazioni e di ogni uomo, sia ancora di più motivo per portarlo alla storia. Questa è la gioia della Betlemme, l’idillio di quella Betlemme vocazionista, fatta di quella semplicità che troviamo nelle coordinate dei Vangeli, semplicità che potremmo riscrivere in essenzialità ,quella che lui non ha mai fatto mancare e che quei primi 12 fratelli religiosi, che hanno fatto la prima professione, non potranno mai dimenticare e di cui Monsignore Vincenzo Cafaro ne scriverà subito dopo dicendo: “un volto  emaciato, a causa delle sue sofferenze, ma un volto trasumanato per elevarsi oltre i limiti della natura umana, per attingere alla natura divina, questo è il volto di chi aveva accolto e ha fatto del suo cuore la culla per abbracciare il Divin Figlio, il Salvatore del mondo “. La luce di grazia era la missione meravigliosa di Don Giustino, diceva Monsignore Vincenzo Cafaro che Pianura, in quegli inizi, era diventata la casa del pane. Il pane era pane eucaristico, oltre 300 pianuresi tutte le mattine, alle 04:30 ,andavano a messa prima di recarsi a lavoro, e lì si formava la chiesa fatta di famiglia di famiglie, il pane che nasceva dall’ Altare della fraternità e diventava motivo di vita, ogni vita diventava quel pane spezzato, quel dono per gli altri che nasceva in quella Betlemme che è la chiesa di San Giorgio. Monsignor Vincenzo Cafaro diceva che Pianura sembrava la piccola Ars, luogo in cui ha vissuto San Giovanni Maria Vianney , Patrono dei parroci, custode anche lui della bellezza di Dio ,anche lui con il domicilio a Betlemme. Il sentimento che molti provano in questo momento storico è lo sconforto, ci si sente quasi abbandonati, lei cosa può dirci? “Tanto tempo fa, nel 1891 il cielo si affacciò su Pianura tramite la Madonna, la quale rivolgendosi ad un sacerdote malato disse: tu guarirai, nascerà Giustino e sarà grande gloria della Chiesa Cattolica. Oggi potremmo dire ma il cielo non si affaccia più? Il cielo continua ad affacciarsi e ha bisogno che ogni cuore sia pronto e disposto ad accoglierlo, perché l’amore di Dio è discreto, l’amore di Dio docilmente si presenta e chiede un cuore disponibile, e noi possiamo solo rispondere con eccomi!”

Padre, che augurio vuol fare ai nostri lettori? “L’augurio che possiamo fare con questo piccolo tracciato di vita vocazionista è di prendere tutti domicilio a Betlemme, le coordinate ce le dà Don Giustino affinché nessuno si perda nel camminare nella storia tra le suggestioni, le domande e le interrogazioni. Ciascuno lasciandosi guidare dal cuore accogliente di don Giustino, diventato culla meravigliosa, il quale ha portato a di Pianura e non solo, la bellezza e la bontà di Dio, possa vivere questa bellezza e questa bontà, perché potrei dire che questa bellezza e questa bontà, oggi, diventa una realtà mondiale, perché oggi quel cuore parla tante lingue, e quando si parla di Don Giustino si riparte da cosa è successo quel 18 ottobre 1920 quando questa Betlemme muoveva i suoi primi passi. Ricordiamo che Natale non è un giorno solo, ma tutti i giorni, perché la bellezza di questa nascita ci ricorda che dobbiamo nascere all’amore tutti i giorni, per far diventare l’amore il motivo di tutto il giorno”.

A cura di Grazia Ritrovato