Gravi carenze di organico che si protraggono da anni, continui episodi di violenza nei confronti degli operatori sanitari, strutture ospedaliere al collasso e assistenza sul territorio care e. in ultimo, il rifiuto di riconoscere l’indennità di professione promessa nella legge di bilancio: è drammatica la situazione delle strutture ospedaliere e delle professioni sanitarie in Campania, vero e proprio simbolo del lento crollo della sanità pubblica. Una situazione comune in tutta Italia e che porterà domani gli operatori sanitari, in particolare infermieri e assistenti sanitari, a manifestare il proprio dissenso contro il governo centrale. Anche a Napoli scenderanno in piazza i sanitari. Al Centro Direzionale, alle 9 del mattino, per protestare all’ombra del palazzo della Regione. Perché se le criticità sono gravi nel resto del Paese in Campania, dove i problemi della Sanità raggiungono livelli a dir poco assurdi, non è inesatto parlare di disastro. Situazioni grottesche, raccontate ogni volta sulla pagine di Cronache. Dalle formiche nei letti dell’ospedale Cardarelli ai disagi del Ponto soccorso, durante la pandemia, all’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, Una ‘medicina di frontiera’, dove le aggressioni sono all’ordine del giorno, le attese per le visite possono arrivare a durare anche si mesi e le condizioni in cui lavora il personale medico è insostenibile, “Le professioni sanitarie sono arrivate u im punto di non ritorno – sono le parole di Antonio Elíseo, segretario regionale Nursind Campania – Siamo .’il è ne h i di lavorare in linea condizione costante di organici ridotti e di istituzioni che non prestano ascolto . Ci sono problemi irrisolti della Sanità per cui non è stato fatto niente, ili tutta Italia. Criticità che sono ancora più gravi è livello regionale, in Campania continuiamo a non avere un’assistenza che si trovi sul territorio. Continua a non e s se ã ñ i tu ne ce sauri è integrazione tra ospedali e territorio, necessaria per poter fornire i livelli minimi. Le strutture ospedaliere sono al collasso. Si continuano a perpetrare nei confronti (li tufli gli operatori sanitari episodi violenza die sono vergognosi. Eravamo gti eroi durante la pandemia e oggi siamo diventati gli ultimi, i dimenticati, il capro espiatorio della rabbia di tutte quelle persone cììe non ricevono preclusioni sanitarie adeguate”. Gli infermieri e gli operatori sanitari della Campania si ritrovano allo stremo. Dal governo centrale, però, non arrivano notizie migliori. Il rifiuto di riconoscere alle professioni sanitarie l’indennità promesso è stata infatti la scintilla che, in tutta Italia. ha scatenalo le fiamme della rabbia. Dal Nord al Sud i camici hanno deciso di indire per domani uno sciopero generale delle professioni sanitarie, “Oggi diciamo basta – continua il rappresentante degli infermieri .