Nel pomeriggio del 9 marzo un gruppo di cittadini si è riunito dinanzi la lapide ubicata in Via Mazzini nei pressi di Porta Napoli a Pozzuoli, per commemorare le donne partigiane di Pozzuoli che hanno dato la loro vita per gli ideali della democrazia e della libertà.
Da una decina d’ anni il Maestro D’Arte Antonio Isabettini è solito salire su una scala per apporre delle mimose alla lapide il cui epitaffio reca la seguente scritta: Le donne di Pozzuoli , Memori delle vittime della guerra, unite si impegnano a difendere la pace 28 novembre 1948.
Il Maestro ha riferito ai convenuti che la lapide è stata riscoperta nella metà degli anni ’90 e probabilmente innalzata dalla sezione UDI di Pozzuoli, della quale faceva parteanche la professoressa Mafalda Ciarleglio , croce al merito per la sua attività partigiana.
Ha nominato durante il suo discorso figure quali la leggendaria Maria Puteolana, la pittrice Artemisia Gentileschi, Giulia Fasano fucilata dai tedeschi in fuga, La Professoressa Mafalda Ciarleglio, la scrittrice Maria Panetti Petrarca, l’attrice Sofia Loren.
Per un paio d’anni la cerimonia è stata istituzionalizzata grazie alla dott.ssa Teresa Stellato già Assessore alle Politiche Sociali anche lei presente.
La dottoressa Teresa Stellato desidera che non si spenga anche l’ultimo lumicino, a ricordo delle donne che si sono sacrificate per difendere la democrazia e la libertà. Ritiene che oggi più che mai questo sentimento e questa testimonianza ci unisca, perché forte è il bisogno di arginare forme nuove di fascismo e come discendente di un antifascista e perseguitato politico ,ha raccolto la sua eredità trasmettendo questi valori ai suoi figli.
Presente anche il dott. Massimo Ciarleglio nipote della Partigiana Mafalda Ciarleglio , che per il secondo anno prende parte a questa intima e sentita commemorazione ai piedi della targa ricordo delle vittime, della guerra e delle donne di Pozzuoli che l’apposero e delle vittime ingiuste della furia nazista. Ritiene che ancor oggi molte donne combattono ogni giorno per gli ideali della libertà e per la vita, dovendosi difendere anche tra le mura domestiche e quando questi vergognosi episodi familiari avvengono e non sono denunciati alla fine diveniamo un in questo silenzio, in questo non vedere e non sentire un po’ complici.
A cura di Luisa de Franchis