Napoli Campania in zona rossa. Lo annuncia il governatore Vincenzo De Luca nella consueta diretta Facebook del venerdì pomeriggio, descrivendo un quadro sempre più grave della diffusione del coronavirus. Ben 2.842 i casi di ieri (di cui 2.286 asintomatici): «Registriamo circa 2500 nuovi positivi al giorno da oltre una settimana – conferma De Luca -, occorrerebbe fare il tracciamento dei contatti per almeno 25mila persone ed è evidente che in queste condizioni diventa impossibile». La ricaduta sulla rete ospedaliera si fa alla lunga insostenibile: «Già giovedì si è rilevato un appesantimento della situazione negli ospedali, in particolare al Cardarelli», ha denunciato il governatore. Cresce però in città il malcontento di operatori del commercio e dei servizi, che vedono di nuovo chiuse le attività. Al loro fianco il nuovo arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, che raccoglie in una lettera (diffusa ieri nel pomeriggio) il grido di dolore di tanti; «Non è comprensibile e giustificabile che a tali chiusure non corrispondano altrettante aperture, fatte di concreti sostegni economici, di parole dialoganti, di attenzioni quotidiane alla ferialità dei tanti volti che hanno perso la luce della speranza e alle tante storie che, nel timore di un mancato lieto fine, si lasciano prendere da una disperazione capace con facilità di tramutarsi in rabbia sociale». Monsignor Battaglia chiede alle istituzioni «di dar vita a una cordata sociale in cui, a partire dal riconoscersi fraternamente parte di un corpo più vasto, ci si metta insieme per costruire il bene comune». La preoccupazione dell’arcivescovo è per «la sospensione del blocco dei licenziamenti, gli sfratti coatti dei cittadini indigenti, la demolizione di case che, seppur abusive, in questo momento sono l’unica tana in cui rifugiarsi dal virus». Le parole del pastore vogliono stimolare pure «le imprese a non lasciare a casa i propri dipendenti, affinchè chi ha perso il denaro a causa della crisi non debba vedersi privato anche di un tetto». Due strade potranno salvarci, dice il presule: la vaccinazione e l’innesto economico derivante dall’utilizzo dei fondi europei. «Se queste due importanti cure, una sanitaria e l’altra economica, verranno modulate con giustizia, la pace sociale verrà salvaguardata». La Chiesa partenopea vuole «dare voce al gemito dei poveri