Quello che succede a Las Vegas NON deve rimanere a Las Vegas

La sera del 1 ottobre in Nevada, negli Stati Uniti, a Las Vegas, durante il festival “Route 91. Harvest”, andava in scena un concerto di musica tipicamente americana, la musica country. In migliaia, circa 20mila persone, erano accorsi per assistervi. E’ superfluo sottolineare come il clima fosse di festa, spensieratezza e divertimento. All’improvviso il peggiore degli incubi. Dieci interminabili secondi di una scarica di proiettili diretti verso la folla sono solo l’inizio. Dall’imponente palazzo dell’albergo che affaccia sull’enorme spiazzo dove si tiene il concerto, è appostato al 32esimo piano un 64enne, Stephen Paddock, un americano di razza bianca, che ha con sé un arsenale composto da 42 armi da fuoco e diversi composti chimici adatti alla realizzazione di ordigni esplosivi. Il killer continua a sparare svuotando 4 caricatori e prima di togliersi la vita, prova a respingere, sparando attraverso la porta, l’irruzione delle forze speciali. Dopo circa 10 minuti lo scenario è apocalittico, centinaia di corpi stesi a terra, sangue ovunque. Chi è riuscito a scappare è stato costretto a travolgere altre persone rimaste a terra. I morti al momento sono 60 e i feriti più di 500, alcuni di loro in gravi condizioni. E’ la peggior strage dell’era moderna americana.
Il giorno dopo l’isis tramite i proprio canali ha rivendicato il massacro.
Il presidente Trump, che ha subito espresso la propria vicinanza ai familiari delle vittime, ha però negato si tratti di un attacco terroristico. Anche l’FBI smentisce l’ipotesi di un attacco jihadista, e rivela invece che il 64enne era mentalmente malato.
Credo che più che domandarsi se sia corretto o meno denominare una simile strage “attacco terroristico” bisognerebbe chiedersi altro. Per definizione il termine terrorismo indica azioni criminali violente premeditate ed atte a suscitare clamore. Il fatto che l’isis sia coinvolto o meno in questo attentato specifico non attribuisce né più né meno gravità all’attentato e può essere utile solo a livello investigativo per eventualmente sgominare la cellula che lo ha organizzato.
Sarebbe forse il caso, invece, di domandarsi se sia normale che un 64enne avesse con sé 42 armi da fuoco. Il secondo emendamento della costituzione degli Stati Uniti prevede come diritto che un cittadino americano possa possedere armi da fuoco. E’ uno degli emendamenti su cui si basa tutto il sistema americano, ma che negli ultimi tempi è alla base di critiche e la lotta politica americana passa anche attraverso l’abolizione o meno di questo emendamento

A cura di Piergiorgio Cocco Petoia