Vaccinato si infetta con la variante inglese è grave in ospedale II 53enne di Pietramelara ha avvertito i sintomi nei giorni che intercorrono tra le due dosi Pzeifer Antonio Borrelli La variante inglese valica i confini dell’alto Casertano e si insinua in un borgo di tremila abitanti scarsi che da settimane registra una preoccupante impennata di casi tra nuclei familiari ñ bambini. A Pietravairano l’incubo del Covid mutato si cristallizza nella serata di ieri, quando il sindaco Marianna Di Robbio mentre è in procinto di firmare un’ordinanza – legge sul pc la dicitura «S Drop Out» dopo il nome di un suo concittadino positivo al Covid. Lei – che è anche medico traduce all’istante quella sigla: variante inglese. Proprio quella che viene più difficilmente aggredita dal vaccino. A essere stato contagiato è un 53enne del paese, addetto al trasporto di pazienti dializzati. L’uomo ha ricevuto la prima dose di vaccino Pfizer. Apag.24 I Vaccinato, si contagia e finisce ¡n ospedale: è la variante inglese La pandemia, il caso choc Nei repart di terapia intensiva stanno diminuendo i posti disponibili dopo settimane di continua incrementi di positivi I Vaccinato, si contagia e finisce ¡n ospedale: è la variante inglese Vaccinato, si contagia e finisce in ospedale: è la variante inglese In gravi condizioni 53enne di Pietramelara Sintomi dopo la prima dose, con la secon< addetto ai servizi di trasporto dializzati il peggioramento e il ricovero al Covd center Antonio Borrelli La variante inglese valica i confini dell’alto Casertano e si insinua in un borgo di tremila abitanti scarsi che da settimane registra una preoccupante impennata di casi tra nuclei familiari e bambini. A Pietravairano l’incubo del covid mutato si cristallizza nella serata di ieri, quando il sindaco Marianna Di Robbio – mentre è in procinto di firmare un’ordinanza – legge sul pc la dicitura “S Drop Out» dopo il nome di un suo concittadino positivo al covid. Lei – che è anche medico traduce all’istante quella sigla: «S drop out», variante inglese. Proprio quella che viene più difficilmente aggredita dal vaccino. «Me ne sono resa conto subito – spiega Di Robbio – consultando la piattaforma Sinfonia della Regione Campania messa a disposizione dei sindaci. Il sistema aveva appena aggiornato i risultati dei test effettuati». Ad essere stato contagiato è un 53enne, addetto al trasporto di pazienti dializzati. Proprio perché appartenente a una categoria protetta legata al sistema sanitario, qualche settimana fa l’uomo ha ricevuto la prima dose di vaccino Pfizer. Ma pochi giorni prima della seconda somministrazione accusa problemi di respirazione e sintomi febbrili. Si sottopone a tampone, che rileva una positività al coronavirus. Viene quindi trasportato al Melorio di Santa Maria Capua Vetere; qui i medici deci dono comunque di somministrare la seconda dose di vaccino Pfizer. Ma pochi giorni dopo il quadro clinico del 53enne peggiora inesorabilmente e martedì un secondo tampone rileva la positività alla variante inglese. Nella stessa giornata del 23 febbraio l’uomo – in condizioni di grave insufficienza respiratoria – viene trasportato d’urgenza da Santa Maria Capua Vetere a Maddaloni, dove si trova intubato in ventilazione protetta nel reparto di Rianimazione. La prognosi è riservata ma risulta che la Tac abbia evidenziato un coinvolgimento importante dei polmoni del 53enne e le macchine a fatica mantengono alta la saturazione. «Seguivo il caso dalla prima positività- continua il sindaco Di Robbio – perché da subito il paziente aveva un’importante insufficienza respiratoria. E visto che ha sviluppato una sintomatologia più grave circa 5 giorni dopo la seconda dose, probabilmente l’uomo è stato contagiato tra la prima e la seconda somministrazione, quando evidentemente non aveva ancora sviluppato una risposta immunitaria. Inoltre ad oggi non abbiamo studi a sufficienza per capire se il vaccino Pfizer tuteli pienamente contro la variante inglese». E a colpire di più è proprio l’aggressività del virus geneticamente mutato su una persona vaccinata, tanto che il primo cittadino si è mobilitato subito per avvertire la piccola comunità di Pietravairano: «Appena ho saputo della positività alla variante inglese ho provato a diffondere il più possibile la notizia ai miei concittadini». Perché in questi casi la tempestività nel rintracciare i contatti è fondamentale per evitare la diffusione dei casi a macchia d’olio. Soprattutto in un piccolo borgo in cui dal primo al 23 febbraio si contano decine di contagi e tra fasce della popolazione che prima ne erano state esenti. «Abbiamo avuto una crescita esponenziale di casi questo mese, al 23 febbraio registriamo 40 residenti positivi. La maggior parte ha sintomi lievi come tosse e febbre.