A cura di Teresa Lucianelli

In riva al mare, nella suggestione del porto di Sorrento, la serata che si è svolta da Acqu’ e sale, dedicata alla tresa-1presentazione del libro di Elisabetta Donadono “Il Grand Food. L’arte mangiata. Percorsi di gastronomia artistica in Campania”, edito da Homo Scrivens, con prefazione di Maurizio de Giovanni. “Questo piccolo, straordinario libro, è il vostro passaporto per un viaggio indimenticabile” garantisce lo scrittore.

Il libro è ispirato ad una Campania che pur tra tanti problemi, riesce ancora a rivelare

una serie di interessanti spunti e tesori artistico-culturali nelle tante affascinanti località delle sue splendide provincie e capoluoghi.

Angoli suggestivi e spaccati che pochi conoscono e che sono riusciti a resistere a secoli e secoli; oltre che alle offese del tempo, a quelle degli uomini. In parte, appena noti ad un pubblico limitato, altri del tutto sconosciuti.

Alla presentazione è seguito un gradito se applaudito momento gastronomico con specialità delle Brigate della Pizzeria e della Cucina di Acqu’ è sale, a cura rispettivamente del maestro pizzaiolo e patron Antonino Esposito e dello chef resident Gennaro Vingiano, nelle quali la tradizione centenaria dell’arte della pizza e dei fornelli gode di nuovo impulso grazie alle nuove selezionate sperimentazioni gastronomiche.

Location ideale per una appropriata presentazione di questo libro, forte dell’inimitabile bellezza della Marina Piccola, incomparabile cornice per un’esperienza suggestiva e pregnante.

teresa-15Nel suo volume, Donadono propone un percorso artistico e gastronomico che accosta monumenti e luoghi a noti piatti della tradizione culinaria napoletana in particolare e più in generale meridionale, dei quali viene ricostruita la ricetta, rappresentativa del territorio e delle sue molteplici espressioni dirette ed indirette, quelle note e quelle sconosciute ai più, quindi tutte da scoprire, da provare e da diffondere.

Quaranta percorsi di gastronomia artistica: pietanze antiche e recenti, gustosità firmate da grandi chef o esperti culinari, è il viaggiatore a creare con la sua personale inventiva l’Arte mangiata, laddove “viene naturale legare un cibo ad un luogo ed un luogo ad un cibo, sfatando spesso anche dogmi degli esperti o storici di cucina” come sottolinea l’autrice.

Il Grand Food propone in maniera non scontata luoghi che stanno lì da secoli e che pochi o nessuno conosce, e li riapre con la fantasia. Oppure, immagina in luoghi noti ed aperti al pubblico, storie fantastiche ed intriganti.

Ad ogni monumento è abbinata una ricetta. Ad ogni ricetta un monumento. Una selezione guidata dall’istinto del viaggiatore, che risale a pietanze ricche o ad assaggi, guidato anche dalla curiosità suscitata in lui da accadimenti storici o dalla figura di persone appartenute al passato. Così, un semplice particolare architettonico riesce ad ispirare un ortaggio, la ricetta di un piatto significativo della cucina napoletana e suscita il ricordo di un odore, di un aroma, di un profumo così intendo da risentirlo nelle narici con la forza del pensiero.

Come ricorda nella prefazione Maurizio De Giovanni “Napoli e la Campania sono state mete privilegiate del Grand Tour non soltanto per le bellezze paesaggistiche, monumentali ed artistiche, ma anche per quella tradizione culinaria che parte da qui e si stratifica, in secoli di ricette e sperimentazioni, creatività e rivisitazioni di antichi sapori”.

Elisabetta ha scelto il metodo narrativo, imprimendo una metodica non scontata, attraverso la ricerca di luoghi non sempre noti, “riaprendo con la fantasia portoni di un passato che non è poi tanto lontano come si crederebbe”.