È stato l’ennesimo flop di una stagione che sembrava avviata bene ma, poi, ha registrato un crollo vertiginoso nelle vendite: questa, ¡n sintesi, la situazione della stagione dei saldi invernali a Caserta città. «Alla partenza, ci eravamo illusi. Nei primi giorni delle svendite, sembrava che qualcosa si muovesse. Poi si è fermato tutto», dichiara Lucio Sindaco, presidente provinciale di Confcommercio. Così gli sconti, che avrebbero dovuto rimettere in moto un’economia, quella del settore abbigliamento, calzature e accessori, dopo un Natale, anche questo poco vivace, non hanno avuto l’effetto desiderato. «Evidentemente, l’aumento dei contagi, la vita sociale ormai ridotta all’essenziale, i rincari annunciati di bollette e pagamenti che ha un effetto domino sui consumi, e, non ultimo, un certo abbattimento psicologico, hanno determinato la consistente flessione delle vendite di fine stagione», ha aggiunto Sindaco. «Ora la speranza è che ci siano aiuti da parte del governo e, in particolare per Caserta, si possa mettere mano al Distretto del Commercio, per il quale la Regione Cam pania ha già approvato ¡I regolamento. Uno strumento per attrarre capitali pubblici e cercare di creare nuove strategie e opportunità finalizzate al rilancio dei centri storici, proprio quelli che stanno perdendo maggiormente pubblico anche in questa particolare situazione». «Nell’ultimo mese, le prospettive delle imprese del turismo, del commercio e dei pubblici esercizi sono radicalmente mutate. E se l’autunno era stato caratterizzato da una graduale ripresa, anche se lenta e faticosa, l’arrivo dell’inverno ha purtroppo segnato una netta inversione di tendenza: tra paura, smartworking e restrizioni, l’aumento dei contagi ha portato ad un ‘lockdown di fatto’, che ha affondato i fatturati delle attività dei tré settori», sottolinea Petrella. Che aggiunge: «Lo conferma l’andamento dei saldi di fine stagione: le vendite hanno rallentato fino quasi allo stop, e già moltissimi clienti, forse la maggior parte, ha rinunciato a fare shopping per paura dei contagi. E an che chi lo fa, adotta comportamenti più prudenti: il 25% non entra nei negozi se vede troppe persone. Così si rischia di mettere la parola fine alla ripresa: in questo quadro bisogna intervenire al più presto, con misure adeguate a tutelare l’attività ed il lavoro delle imprese colpite, a partire dalla proroga degli a mm ortizzatori sociali Covid». Una condizione grave che gli operatori e gli imprenditori commerciali sperimentano sul campo. «Abbiamo registrato un calo del 50% delle vendite rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Paradossalmente – osserva Gerardo Prodomo, responsabile Federmoda Caserta – gli effetti di questa seconda ondata Covid sul commercio sono stati ancora peggiori della prima. Le strade sono vuote, la gente preferisce rimanere in casa, e, poi, ormai le persone pensano all’essenziale, ai beni di prima necessità. Con tutte le spese che sono costrette ad affrontare, dai tamponi in poi, passa la voglia anche di guardarle le vetrine. Ormai le file non si formano più davanti ai negozi, ma fuori alle farmacie, appunto per i test Covid. Una situazione devastante, non ci resta che sperare nella primavera, nelle cerimonie e, soprattutto, nell’attenuarsi dei contagi