Presentazione del Libro del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, dal titolo “La Democrazia al bivio. Fra guerra, giustizia e palude burocratica”. Edito Guida Editori. Presentato alla libreria Feltrinelli in Piazza dei Martiri nel cuore della citta’ di Napoli.

Il Presidente Vincenzo De Luca: Con qualche riflessione un po piu’ di fondo, legata un po’ alla mia vecchia attivita’ di filosofo, ma, fondamentalmente ero partito per affrontare 2 grandi questioni: La prima, e’ il destino della Democrazia, il primo titolo che avevo pensato era “il tramonto della Democrazia”. Mentre l’altro tema invece, era quello che riguardava l’unificazione di un soggetto politico unitario del mondo progressista. Non credo che si possa trasformare un grande Paese senza avere un grande partito politico, in grado di rappresentare un fronte sociale maggioritario. Questi erano i 2 temi che volevo affrontare”.

Uno dei temi al quale lego a un programma riformatore nel nostro Paese e’ quello del Mezzogiorno. Mi domando: E’ ancora uno dei capitoli di una politica riformatrice di questo Paese? O stiamo parlando di cose ormai morte? Credo sia un tema vivo. La cosa drammatica e’, mentre le grandi forze politiche per decenni quando organizzavano i congressi dedicavano sempre un capitolo alla Questione Meridionale, questo valeva per il Partito Comunista, la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista, i Repubblicani, un tema pero scomparso, in larga misura, poiche’ le immagini che sono arrivate dal Sud non erano il piu’ delle volte immagini gratificanti, come dall’emergenza rifiuti, alla delinquenza organizzata, a elementi di disamministrazione, ed e’ difficile difendere il Sud se ci presentiamo con l’immagine della cialtroneria. Un po per ragioni oggettive. Perche’ in particolare negli anni 80-90 e’ emersa una crisi anche nel Nord-Est del Paese in modo particolare. E’ andato in crisi tutto l’apparato produttivo piccolo e medio, soprattutto nell’area del Veneto, una parte della Lombardia, per cui e’ emersa una emergenza anche li.

Poi, c’e’ stata la valanga del populismo, guidato un po’ dalla Lega, ed alla fine anche in parte i Cinque Stelle, seppure su un piano diverso, per cui alla fine, il tema del Sud si è perso per strada, e’ apparso un tema marginale.

Ora ritengo, e questo propongo nel libro “che dobbiamo riproporre in termini nuovi il tema del Sud”. Se lo proponiamo in termini di rivendicazione, abbiamo perso prima di partire.

I rapporti di forza oggi in Italia sono quelli che sono. Il Sud non conta nulla.

Anche la presenza di una classe dirigente Meridionale e’ molto limitata ed inefficace a livello nazionale. Lo sforzo che cerco di fare e’ di spiegare agli amici del Nord che il tema del Sud e’ essenziale per lo sviluppo del sistema Paese, e non in termini di rivendicazione.

Ritengo che dobbiamo presentarci come quella parte del Paese che è in grado di affrontare la sfida dell’efficienza anche nei confronti del Nord. Lo abbiamo fatto durante il Covid, abbiamo dato una prova straordinaria di efficienza, ma dobbiamo spiegare che un Paese che ha un 20% di forza lavorativa attiva non impegnata nel Sud, e’ un Paese destinato al declino. Non c’è niente da fare, e’ come se i grandi servizi di civilita’ dovessero pesare sulle spalle non del 75% dei cittadini che lavorano, ma del 55% di quelli che non lavorano. E’ chiaro che il peso e’ molto piu’ grande. Quindi, c’è un problema di peso del sistema Italia, se non recuperiamo e portiamo a lavorare il 20% di cittadini in piu’, l’Italia e’ destinata al declino. Questo 20% dei cittadini che non lavora e’ concentrato in larghissima misura nel Sud, giovani e donne. Il PNRR, i 209 miliardi che ha avuto l’Italia, li ha avuti esattamente per questo motivo, per recuperare il divario territoriale, sociale, il tasso di occupazione, il divario di genere, l’occupazione femminile, lo stiamo dimenticando per strada, l’obiettivo del PNRR e’ fondamentalmente questo. Allora, spiego agli amici del Nord che c’è un interesse comune ad avere un Paese che conti politicamente, abbiamo interesse a recuperare le aree di sottosviluppo, interesse al rilancio economico del Sud, anche perche’ quando cresce il Sud, il 70% delle forniture arrivano dalle imprese del Nord. Quindi è interesse anche delle imprese del centro Nord, avere uno sviluppo nel Sud. E’ interesse nell’insieme del Paese avere anche l’uso di una piattaforma logistica, quella Meridionale che e’ a ridosso nell’Africa del Medio Oriente che puo’ determinare vantaggi competitivi per l’apparato produttivo italiano. Dunque, pongo la questione del Sud come interesse reciproco Nord-Sud, non come rivendicazione del Sud. Credo che ci sia motivo per riflettere anche da parte degli amici del Nord. Quello che ovviamente mi amareggia e’ il paragone fra i gruppi dirigenti italiani e quelli tedeschi. I tedeschi hanno affrontato un problema analogo, che riguardava non il Sud, ma l’Est. Quando è caduto il muro di Berlino hanno ereditato i Paesi ex Comunisti, che erano in una condizione disastrosa. I tedeschi hanno deciso di unire la Germania, in 20 anni hanno unito il Paese. Il Tasso di svuluppo che abbiamo oggi in una parte orientale della Germania, e’ analogo a quello del resto della Germania, 20 anni, poiche’ hanno avuto la forza politica ideale, non era uno di sinistra che ha fatto l’operazione, ma un Democristiano, ma hanno deciso che la Germania doveva essere unita, e lo hanno fatto. In Italia stiamo giovicchiando da piu’ di 1 secolo e mezzo, e non riusciamo a fare passi in avanti, perche’ non c’è la mole principale, la motivazione politico-ideale per affrontare il problema dell’Unita’ D’Italia. Questa e’ la verita’. Non abbiamo una classe dirigente che ha risorse ideali. Ci auguriamo nei prossimi mesi, anche con l’uso del PNRR, ma non ho molta fiducia, si possa riprendere anche uno spirito Meridionalista nelle politiche nazionali.

Il Sud ha subito quest’onda di opinione che ha marginalizzato il tema Meridionale.

 

L’Editore Diego Guida: Un momento di conoscenza per la stampa. Nel contributo personale su questa iniziativa del libro del nostro Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che in piena consapevolezza, ma soprattutto in pieno rispetto di quando racconta delle vicende su punti di vista in contesti e la valorizzazione delle imprese del nostro territorio, ecco la scelta di un editore Campano, con un tipografo campano che ha un valore straordinario. Questo significa che dona ancora piu’ forza ad un qualcosa che avremo modo di leggere tutti. E’ di valore particolare, poiche’ il Presidente De Luca non le manda a dire, e questo lo sappiamo. Lo conosciamo ormai da tanti anni e lo apprezziamo proprio per questo. Il libro, riesce ad esprimere quella visione delle difficolta’, delle problematiche del nostro territorio, ma anche di una politica nazionale, spaziando su tanti temi. Un grande privilegio per me come Editore, sia per tutti i cittadini della Regione Campania, dove esprimere e far comprendere tutta una serie di difficolta’ che non sono solo locali, ma soprattutto nazionali. Ricordando che, il suo impegno e’ stato prima sul territorio, e poi su tutta la Regione, dimostrando con tanti fatti e tante operazioni.

 

Il Giornalista Ugo Cundari: La Democrazia al bivio e’ un libro che contiene tre sguardi; uno sguardo mirato al territorio, poiche’ il Presidente De Luca e’ stato Sindaco della citta’ di Salerno, e poi Presidente della Regione Campania, quindi, ha vissuto da dentro tante di quelle battaglie che spesso viviamo noi cittadini quando ci dobbiamo misurare con la burocrazia. Quindi, questo e’ stato uno dei temi affrontati. Lo sguardo sul territorio e’ descritto dall’autore, un territorio su cui si lavora, si combatte, e questo puo’ essere un libro di battaglia. Un libro di battaglie contro chi o cosa, di battaglie.

Nel libro, c’è uno sguardo piu’ ampio dove si toccano temi che coinvolgono la Democrazia, il Presidente parla di una stanchezza della Democrazia, con riferimenti sulla guerra in Ucraina, riferimenti anche sul PD, ecc. E poi si parla di sicurezza, giustizia e lavoro.