Torna il valzer di colori, con la Campania che da domani farà il suo ingresso in zona arancione per arginare il Covid, e torna a montare la rabbia di bar e ristoranti in città, che dovranno nuovamente abbassare la saracinesca dopo la riapertura del 7 gennaio (dopo la chiusura iniziata a novembre 2020) e potranno continuare a lavorare d’asporto e in delivery. Niente pranzo domenicale, dunque, con relativo «ennesimo spreco di cibo», sospirano gli imprenditori, rammaricati per «essere stati avvisati delle chiusure in ritardo». Non si escludono nuove forme di protesta, e nelle chat e da Fipe arriva la notizia che “tanti saranno intenzionati a sfidare le regole per il pranzo di domani e non chiudere, così da smaltire le scorte».Mesi da incubo per i pubblici esercenti, vissuti tra restrizioni, crisi económico-pandémica e rivolte. A Napoli ce ne sono state diverse. I blocchi del traffico sul lungomare (successivi all’ordinanza regionale che vietava la riapertura a ridosso diNatale), la marcia in autostrada, sit-in di piazza e presidi in Regione. A spazientire gli imprenditori oggi sono le tempistiche (tardive) delle comunicazioni. “Inconcepibile – sbotta Paolo Surace della pizzeria Mattozzi – Gli assembramenti avvengono indipendentemente dalla nostra apertura. I ragazzi si incontrano in strada, nei negozi, nei mercati. Perché siamo sempre i capri espiatori? Non ci fermeremo qui, non sono escluse forme di protesta». «Di nuovo ci avvertono in ritardo – racconta Marco Varriale di Borgo Antico – e con le spese già fatte per tutto il weekend. Altri soldi buttati, in una situazione drammatica per noi e per i fornitori che, giustamente, in questo periodo esigono pagamenti alla consegna. Accettiamo il fatto che il virus sia forte, ma allora vanno prese misure serie: non solo la nostra chiusura», “Nessuno nega il Covid – dice Antonio Siciliano del Bar Napoli – Ma ci sono inefficienze politiche da un anno: metro e bus strapieni, la gente che in via Caracciolo senza dpi scatena il putiferio. La responsabilità individuale non ha brillato, ma è anche vero che i presidi fissi non bastano. Servivano più controlli e sanzioni non solo ai danni dei commercianti che non rispettano le regole ma anche dei cittadini. Per come Napoli si è comportata, cioè in maniera indisciplinata, era ovvio che saremmo tornati arancioni. Le chat sono in subbuglio e alcuni vogliono tornare a Roma. Preferisco ragionare al tavolo.