“Avevo una gran voglia di tornare qui, dove sono nata, di mettermi in gioco nell’unica
manifestazione in grado di unire l’Italia. Ringrazio Amadeus per
aver assecondato il mio desiderio di chiudere la carriera come
concorrente in gara… per il resto non mettiamo limiti alla
provvidenza!”. Ride di gusto Iva Zanicchi, e ridono accanto a
lei gli addetti al trucco in una pausa delle prove all’Ariston.
A 82 anni appena compiuti e’ pronta per il suo undicesimo
Sanremo, unica donna con tre vittorie al festival, nel 1967, nel
1969 e nel 1974: “Stare qui, guardare il mare mi allarga il
cuore. Ma l’agitazione c’e’ : quella tensione che avverto ancora,
per esempio quando entro in scena a teatro, qui a Sanremo
diventa puro panico”.
La solleticava “l’idea di gareggiare con i ragazzi di 17, 18
anni: tifero’ per loro, ho due nipoti di 19 e 23 anni che mi
definiscono una nonna rock, sono abituata a confrontarmi con i
giovani. E poi vedo che, al di la’ della baldanza tipica
dell’eta’ , sono molto carini, rispettosi. Il pubblico social? Non
mi preoccupano i milioni di follower: voglio cantare, e cantare
bene, con la mia grinta e la voce d’acciaio che Dio mi ha
conservato”. Con quella voce che “con gli anni e’ diventata piu’
scura, blues” e di cui dovrebbe avere “un po’ piu’ di cura” (“se
ho un concerto prendo un te’ , parto e canto”) proporra’ ‘Voglio
amarti’, “una canzone d’amore che ogni donna potrebbe dedicare
al marito, un testo romantico. Ci mettero’ il cuore e sono sicura
che la mia esibizione piacera’ : l’arrangiamento e’ bellissimo. Il
complimento piu’ bello me lo ha fatto mio nipote: ‘nonna, noi
ascoltiamo altri generi, ma se dovessi ballare un lento con la
mia fidanzatina sceglierei il tuo brano'”. Per la serata delle
cover interpretera’ , da sola, ‘Canzone’ di Don Backy e Detto
Mariano, nella versione di Milva: “Sara’ un omaggio carino,
emozionante”.
Il suo festival piu’ bello, non ha dubbi, “e’ stato il 1969,
l’anno di Zingara, con Bobby Solo. La canzone vinse, era
talmente facile, popolare, bella… Il piu’ brutto? Quello della
prima vittoria, nel 1967, con Non pensare a me, con Claudio
Villa, l’anno del suicidio di Tenco…. Ma poi sono arrivati la
terza vittoria, nel 1974 con Ciao cara come stai, il terzo posto
con il grande Sergio Endrigo con L’arca di Noe’ , ho partecipato a
dieci edizioni, cosa voglio dalla vita?”.
La “forza del carattere” le permette oggi di parlare “di
quell’orribile esperienza che e’ stato il Covid. Mio fratello
Antonio e’ morto, da solo, senza una parola di conforto.
Un’esperienza orribile che non auguro neanche al mio peggior
nemico. Un dolore cosi’ , capitato a tante famiglie, non riesci a
elaborarlo mai, non lo dimentichi… Ma io rido, scherzo, mi butto
nelle cose, perche’ e’ giusto che un artista non faccia pesare i
suoi dispiaceri”. E cosi’ Iva la forza della natura non si ferma:
“Dopo Sanremo uscira’ il mio disco di inediti, sto scrivendo il
mio quarto libro e preparo una tourne’ e in America. Tornare al
festival? Se mi chiamano come ospite, faccio la Milano-Sanremo a
piedi. Condurlo? Magari farei la valletta: io e Mara Maionchi,
pensi cosa verrebbe fuori!”, esclama. A proposito di
co-conduttrici, “sono tutta la vita per Drusilla: e’ un’artista
fantastica, canta come pochi, fa jazz, ha il dono dell’ironia.
Ha fatto benissimo Amadeus a sceglierla”. Zanicchi non vuole
sentir parlare di quote: “Sono contraria: vai avanti se vali,
senno’ stai a casa. Ho troppa stima delle potenzialita’ delle
donne per appoggiare l’idea”. Una donna al Quirinale? “Non vedo
oggi una figura femminile abbastanza forte per guidare la
Repubblica”. E Berlusconi? “Sarebbe un presidente meraviglioso:
conoscendolo, darebbe la vita, ci metterebbe testa e cuore. Ma
per il suo bene e’ meglio che rimanga fuori, anche se sono certa
ce se la prendera’ per queste parole. Mi piacerebbe piuttosto che
rimanesse Mattarella, che stimo tanto”.
“Entusiasta” per la presenza del pubblico all’Ariston (“Meno
male, l’anno scorso deve essere stato molto difficile”), puntera’
su un look “molto sobrio, dominato dal nero, con tessuti
preziosi. Mi sono affidata al mio amico Artemio Cabassi che
firma spesso costumi per la lirica. Solo per la serata delle
cover ho scelto uno smoking e portero’ i capelli raccolti. Le
altre sere avro’ la chioma cotonata, anni ’70: vorrei rilanciare
la cotonatura, ci riusciro’ ?”, conclude con una risata.