L’insufficienza cardiaca, una condizione per cui il cuore non pompa abbastanza sangue, negli anziani e’ destinata a triplicare da qui al 2060, con conseguenze gravi anche dal punto di vista dei costi per la sanita’ pubblica. Lo afferma sanita 1uno studio islandese presentato al congresso della Societa’ Europea di Cardiologia (Esc) in corso a Roma. I ricercatori del Landspitali University Hospital di Reykjavik hanno analizzato una popolazione di 5,700 persone a partire dal 2002 fino al 2015. Nel periodo considerato la prevalenza dell’insufficienza cardiaca, che puo’ avere come complicazioni infarti, ictus e altri problemi cardiovascolari, e’ risultata del 3,7%, con un aumento in base all’eta’, dall’1,9% degli under 70 al6% degli over 80. sulla base dei dati i ricercatori hanno fatto una proiezione al 2040 e al 2060, calcolando che l’incidenza dovrebbe aumentare di 2,3 volte nel primo intervallo, e di 2,9 nel secondo. “Questo e’ un campanello d’allarme per le istituzioni, che devono fare di piu’ per prevenire il problema – afferma Ragnar Danielsen, uno degli autori -. Questo include dare gli opportuni trattamenti a chi ha avuto un infarto ed incoraggiare l’aderenza a terapie preventive e a cambiamenti di stili di vita”. Almeno sul fronte dei trattamenti, ha verificato un altro studio, condotto in Inghilterra su 15mila pazienti e presentato sempre al congresso, l’appello e’ opportuno. Dalla ricerca e’ emerso che l’80% dei pazienti non riceve le terapie al dosaggio adeguato per prevenire le complicazioni

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