Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni(Paulo Coelho) Maria Luisa nasce il 26 Aprile del 2003 ad Acerra e come tutti i bambini della sua età ha un sogno,lei vuole calcio 2giocare a calcio, ma deve fare i conti con la società in cui vive. Lei vuole diventare un portiere e nonostante le impongono di fare altre cose lei è determinata a non mollare. Per una donna non è facile intraprendere una carriera maschile perchè la nostra società non è ancora pronta nonostante siamo nel 2016. La nostra è una realtà che impedisce alle donne di intraprendere sport maschili e non solo. Da ex calciatrice vi garantisco che le cose per noi donne da trent’anni a questa parte non sono cambiate, anzi, trovo ancora oggi le stesse difficoltà di allora. Spero che in un prossimo futuro le cose possano cambiare e soprattutto la mentalità delle persone. In un paese c’è bisogno di creare tutto ciò che necessita ai bambini per farli crescere nella più totale serenità e farli esprimere al meglio. Suo fratello giocava a calcio a pochi passi da casa, lei adorava vedere le partite di calcio e continuamente calciava un pallone. Era sempre lì, nei campi da calcio. A tre anni le regalarono il suo primo completino, quello di Nedvêd , un calciatore che all’epoca giocava con la Juve. Quando compie sei anni, decisa, chiede ai suoi genitori di voler giocare a calcio, e loro la iscrivono a danza perchè il calcio era considerato troppo maschile. Ha fatto contro il suo volere per due anni danza, poi piscina, palestra, ma il suo sogno era il calcio e nulla l’ha distolta dal seguirlo.  Una sera il presidente della società calcistica del suo paese, Crispano,dopo averla vista giocare, si presenta sotto casa consigliando con insistenza di iscriverla a calcio. Il giorno dopo la madre decise di scriverla a calcio e da quel giorno M. Luisa cominciò ad allenarsi, dopo un solo allenamento scelse il suo ruolo: il portiere. Da allora trascorse tre anni con la squadra del suo paese vincendo tutti e tre i campionati. Era praticamente la mascotte della squadra e non solo, anche del paese essendo l’unica ragazzina a fare calcio.Una temeraria. In quei tre anni veniva anche presa in prestito da altre società. A nove anni ha rappresentato l’Italia in una partita fatta a Roma contro ragazzine del Canada. Poi la scuola calcio chiuse e si iscrisse presso un’altra società, dove giocò per poco tempo, ma non le andava a genio, non le davano la giusta considerazione solo perchè era una donna. Dopo pochi mesi, (l’anno scorso) riaprì la scuola calcio del suo paese e la vennero di nuovo a cercare. Ricominciò alla grande, portando la sua squadra alla vittoria del campionato e quindi un’ennesima coppa. A Settembre del 2015 viene notata da una persona che abitava nei paraggi del campo sportivo e la invita a giocare in una squadra femminile. Il presidente fu felice di cederla, perchè non solo avrebbe giocato in una squadra femminile, ma perchè avrebbe realizzato il suo sogno entrando a far parte di una squadra prestigiosa. Attualmente M. Luisa gioca con la Carpisa-Napoli.
Ha iniziato a otto anni, da allora ne sono trascorsi cinque e il suo sogno di calciatrice è appena agli esordi, lei ha ambizioni da grandi, vuole vestire la maglia azzurra del Napoli e perché no arrivare a far parte della Nazionale Italiana femminile.
A cura di Anna Falco.

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