In morbido cachemire merino abbinata ai pantaloni di pelle, col logo triangolare della
prestigiosa griffe italiana cucita sotto la scollatura, oppure
tagliata ad arte per lasciare alcuni centimetri di pancia
scoperta. In versione macho alla Marlon Brando di “Un Tram
Chiamato Desiderio” o “lesbian butch”, ma anche “gender fluid”
per i millennials che si identificano con il pronome “loro”: il
mondo della moda ha riscoperto la canottiera.
Il ‘New York Times’ ha certificato quello che ha definito “un
rinascimento” dell’umile indumento dalle associazioni proletarie
in film come “Fronte del porto”, sempre con Brando, e “Rocco e i
suoi Fratelli” con Renato Salvadori. Messe al bando nel 2007 dai
grandi magazzini britannici Asda perche’ poco eleganti e
scarsamente vendute, le canottiere hanno periodicamente ritorni
di fiamma e quello di questa stagione sembra davvero dirompente.
Eccole dunque sulla passerella di Prada ad aprire la collezione
per l’autunno 2022. Adottate da Matthieu Blazy per il primo look
del debutto dello stilista con Bottega Veneta. Addosso a Elliot
Page sulla copertina di ‘Esquire’ nella versione firmata Ralph
Lauren. Sul tappeto rosso dei Grammy se ne e’ messa una Justin
Bieber sotto l’abito Balenciaga.
L’appeal sta nella versatilita’, secondo lo stylist Bryant
Christopher Simmons, sia per come puo’ essere abbinata che per i
livelli di prezzo: da quelle in fibre pregiate che etichette
come Tote’ me e Hanro vendono per alcune centinaia di euro, alle
versioni per tutte le tasche di Hanes, la multinazionale della
North Carolina che dal 1900 produce biancheria utilitaria “all
american”. Simmons le taglia cosi’ come ha fatto, lasciando
scoperti gli addominali, l’attrice e modella italiano-americana
Julia Fox che ha poi postato un video tutorial per insegnare
come fare altrettanto.
Nata agli albori del Novecento come umile protettrice delle
piu’ nobili camicie maschili (e per le mamme di mezzo mondo
della salute del figlio prediletto), la canottiera ha una storia
variegata alle spalle: adottata da Hollywood a partire dagli
anni Cinquanta – da Brando a Bruce Willis di “Die Hard” e
Robert De Niro di “Toro Scatenato” – e’ entrata nel look di
altre sottoculture, tra cui gli skateboarders, i musicisti punk
degli anni Ottanta e i rapper, per non parlare della politica
(partendo da Mussolini per arrivare a Umberto Bossi a Bettino
Craxi). “E’ un capo di abbigliamento popolare con una forte
carica sessuale e in questo senso anche trasgressivo”, ha
spiegato al “New York Times” Valerie Steele, esperta di storia
della moda e direttrice del museo del Fashion Institute of
Technology: “Trasforma un look in modo sexy e giovane, non
borghese, costoso e controllato”, spiega la Steele: “E’ un capo
in cui si suda: questo lo rende molto intimo”.