Palermo è uno stato mentale, direbbe qualcuno applicando al capoluogo della regione siciliana una frase che funziona per tutte le città. Ma è lo stato mentale in sé a cambiare: a Palermo ci si innamora costantemente. Di qualcosa o qualcuno, anche di chi ci accompagna nel viaggio. Ci si ri-innamora. Palermo città dell’amore? Sì. Totale e stordente come una giornata di scirocco estivo. Palermo decantata sin dall’antichità e riscoperta di recente. Via gli anni scuri, da archiviare dopo tanto dolore. Una nuova Palermo letteraria, una Palermo pulsante di vita, di persone che passeggiano, ridono, si godono la città. La reconquista di Palermo, in un certo senso. Lo scrittore Santo Piazzese ne ha fatto la base per alcuni romanzi a sfondo giallo come la luce della città, portando il lettore a voler scoprire di persona le balàte dei quartieri antichi, i giganteschi viali che tagliano la città, le stradine più raccolte dove l’unico rumore è quello delle scarpe sul porfido sbeccato e irregolare. Palermo è amore immediato, colpo di fulmine che rapisce già atterrando, mentre gli occhi si riempiono di ocra e mare dalle terrazze della città, e le orecchie si fanno sedurre da una lingua aspra, musicalissima, viva e combattiva.
Perché andare a Palermo ora. Perché Palermo è capitale della cultura 2018, tanto per cominciare. Ma semplicemente perché la primavera è la stagione migliore per visitare Palermo. Il meteo è dolcissimo e clemente, l’aria frizzante, ricca di profumi, c’è tantissimo verde tutto intorno e sopratutto non dovrete combattere con il caldo afoso. Allungarsi sulle spiagge è bellissimo, visitare i quartieri tipici (tipo l’Arenella) ancora più semplice. Palermo a primavera = amore puro.

Cosa vedere a Palermo (imperdibile). La lista è lunga: a Palermo potreste perdervi sul serio. I siti arabo-normanni della città sono Patrimonio Unesco e raccontano con palazzi magnifici una delle dominazioni più importanti della storia siciliana e, perché no, d’Italia. Il Palazzo Reale (o dei Normanni) è la sede dell’Assemblea Regionale Siciliana, la più antica istituzione parlamentare ancora in attività, e vi conquisterà già da fuori. Non mancate La Zisa, la Chiesa della Martorana e la Cappella Palatina vi faranno stare con gli occhi all’insù ad ammirarle dentro e fuori. Cosa ancora più divertente alla Chiesa di Santa Maria dello Spasimo, che è senza tetto dal 700 e ospita concerti e mostre open air. Imperdibile anche il magnifico Teatro Massimo di Palermo, il più grande d’Italia, che dopo un lungo restauro è tornato a splendere in piazza Giuseppe Verdi, e la suggestiva Piazza Villena di forma ottagonale in pienissimo centro città. Chi ama la pittura non può perdersi una scappata a Palazzo Chiaromone-Steri, sede del rettorato dell’università di Palermo, dove è conservato il celebre dipinto La Vucciria di Renato Guttuso. In un weekend avrete visto le bellezze principali di Palermo con il tempo di una scappata al mare (a Cefalù, magari, che fuori stagione è bellissima).
Dove (e cosa) mangiare a Palermo. Raccomandazione previa: vestitevi comodi. Addio abiti aderenti o pantaloni skinny. A Palermo vige la regola dell’elastico perché mangerete ogni tipo di meraviglia in maniera costante, finché quasi non ne potrete più. Il paradosso è che invece avrete sempre fame. Che il cibo in Sicilia sia una religione lo sappiamo, che sia impossibile resistere ad assaggiare tutto pure: dal pani ca meusa (panino con la milza e altre frattaglie, specialità tipica dello street food siculo) al pane e panelle, poi sfincione, arancina in N varietà (a Palermo si dice arancina, al femminile, e non mettetevi a questionare che non è proprio il caso), crocché, panino col polpo bollito e quanto altro. Per non parlare, ovviamente, dei cannoli alfa e omega dei dolci siciliani(tralasciando la pasta di mandorle, per ora). Per avere un variegato assaggio OPSSS della strepitosa gastronomia siciliana c’è il tradizionalissimo Antico Caffè Spinnato (Via Principe di Belmonte 107-115) che quest’anno si è aggiudicato il Best in Sicily come miglior pasticceria. Oggi è guidato da Riccardo Spinnato che ha voluto al suo fianco uno specialista pasticciere come Maurizio Santin. Farete fatica a non ordinare tutto dalle vetrine traboccanti e profumatissime, prima di accomodarvi fuori a godere dell’aria deliziosa della città. Per lo street food made in Palermo ci sono, ovviamente, i mercati rionali più celebri dalla Vucciria a Ballarò al Capo, mentre per la frutta martorana dovrete