Nola una raccolta fondi per la Breast Unit. Più di mille persone si sono unite ad una giornata di raccolta fondi e sensibilizzazione sul tema del tumore della mammella. Un colpo d’occhio impressionante, con il centro storico di Nola, colorato d’arancio dalle maglie e dai cappellini messi a disposizione dal brand Expert e “venduti” per la cifra simbolica di 5 euro, fondi devoluti alla LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) Napoli e destinati alle attività della Breast Unit dell’Azienda Ospedaliera Antonio Cardarelli. Breast Unit, divenuta negli anni un vero e proprio punto di riferimento a livello regionale e oggi in procinto di ottenere la certificazione EUSOMA (ente europeo per lo studio dei tumori della mammella). L’unità operativa del Cardarelli ha diagnosticato nel 2017 ben 325 casi di neoplasia della mammella. Di questi ben 248 sono stati anche operati. Dati confermati nel 2018 e negli ultimi sei mesi di quest’anno l’unità operativa sta proseguendo gli interventi al ritmo di 9 a settimana. Madrina dell’evento di solidarietà Angela Carbone, giovanissima paziente che solo pochi mesi fa ha completato il suo percorso di cura, e che ha deciso di donare il suo tempo libero alla sensibilizzazione di altre donne rispetto al tema della prevenzione e della diagnosi precoce dei tumori del seno. La manifestazione si è articolata in una lunga passeggiata e in un momento di condivisione nella Chiesa dei Santi Apostoli, dove l’oncologo Nando Riccardi ha fatto conoscere a tutti la realtà della Breast Unit partenopea. Oltre a lui hanno preso la parola i vari specialisti che, da 10 anni, lavorano a questa realtà: il chirurgo Martino Trunfio, il radiologo Salvatore Minelli, il patologo Gianfranco De Dominicis. Tutti assieme hanno trasferito alle donne il lavoro di diagnosi e cura dell’unità senologica del Cardarelli, attività basata sul lavoro d’equipe e sulla collegialità delle decisioni. La descrizione delle tecniche ha lasciato il posto alle emozioni quando qualcuna delle presenti ha voluto accennare alla propria storia e alla propria esperienza con la Breast Unit del Cardarelli: nella storia delle donne che ne sono uscite è riposta la speranza di chi ha cominciato a lottare. Simbolo di questa lotta e di una smisurata voglia di vivere, Angela Carbone sottolinea come «dal tunnel della malattia si può uscire». E’ questa, spiega, una delle lezioni più importanti che ho imparato al Cardarelli. Per me, condividere l’esperienza vissuta è anche un modo di onorare il lavoro di quanti mi hanno aiutata con passione e dedizione. Il risultato raggiunto è il frutto di un lavoro di squadra che ha ben compreso l’importanza della prevenzione e della ricerca. Ecco perché non posso non ringraziare quanti hanno creduto in questo progetto. Il direttore sanitario del Cardarelli, Franco Paradiso sottolinea: La Breast Unit ci mette in condizione di rendere concreti i risultati dello screening che si svolge sul territorio. Le campagne di screening individuano dei dubbi o sospetti diagnostici; a quel punto la donna deve iniziare un percorso di diagnosi che richiede l’intervento di specialisti esperti. Nella Breast Unit la donna trova esperti delle diverse discipline (radiologo, patologo, chirurgo, oncologo) un team multidisciplinare che permette di arrivare alla diagnosi di certezza e alla cura necessaria. Inoltre – aggiunge – la Breast Unit può garantire tempi abbreviati: esistono infatti degli intervalli di tempo che vanno rispettati – tra la diagnosi e l’intervento; tra l’intervento e l’inizio della cura.Orgoglioso di questa esperienza, il Direttore generale Ciro Verdoliva spiega che è un frammento di ciò che si sta costruendo nella Rete Oncologica Campana (ROC) per ogni sede di patologia ed è ciò a cui tendere nel futuro prossimo: un percorso strutturato, equo, attendibile – tutto campano.

Acura di Valentina Busiello in collaborazione con  Anna Tagliaferri ufficio stampa direttore Generale del Cardarelli.