Nei prossimi giorni cominceranno a delinearsi i programmi elettorali delle forze politiche in campo. Ogni partito – come è normale che sia cercherà di includere misure dai forti connotati identitari .Alcune sono già state annunciate; si va dalla pace fiscale della Lega, alla dote per i diciottenni del Partito democratico. C’è da augurarsi, tuttavia, che venga compiuto uno sforzo. Da parte di tutti. Un programma serio, che si pone l’obiettivo di cambiare il Paese, dovrebbe prevedere soluzioni concrete e realizzabili almeno perle seguenti tré tematiche; produttività (da aumentare), spesa (da rivedere) e giovani (da includere). Andiamo con ordine. Il tema della produttività è stato il grande assente della campagna elettorale del 2018. Basti pensare che nel programma del Movimento 5 Stelle – che per memoria ha ottenuto il 33 per cento dei consensi – la parola produttività compariva una sola volta, in relazione al funzionamento dei tribunali. Eppure, negli ultimi venti anni il valore aggiunto per persona occupata è sceso del cinque percento (nella media degli Stati europei, invece, cresceva adoppia cifra). Nello stesso periodo, la produttività totale dei fattori, l’indicatore che misura il grado di efficienza complessivo di un’economia, è diminuita del 6,2 per cento.