La partita del gusto Stefano Prestisimone Da «Ratatouille», il cartoon della Pixar con il francese topo-chef Remy protagonista di un’avventura culinaria in coppia con il maldestro giovane apprendista italiano Alfredo Linguini, alla «Grande abbuffata» di Ferreri, co-produzione Italia-Francia, con Tognazzi, Mastroiani, Noiret e Piccoli, riuniti in una villa fuori Parigi per l’harakiri gastronomico. Ha ispirato spesso il cinema l’eterna rivalità italo-francese, a partire dalle tavole imbandite. E ora questo divertente duello diventa reale grazie ad una sfida ai fornelli tra due chef stellati, Luigi Tramontano, napoletano, e Romain Barthe dell’Auberge de Clochemerle nel Beaujolais, che si contenderanno uno scettro virtuale a colpi di piatti speciali. Coltelli affilati, ecco i fieri contendenti scendere in campo. I sapori della cucina mediterranea incontreranno, infatti, domani sera dalle 20,30 la creatività francese per il terzo appuntamento con «Positano Gourmet, a cena con le stelle», la rassegna che si svolge al ristorante stellato Michelin «La Serra» – vista mozzafiato sulla baia – dell’Hotel Le Agavi di Positano. In questa serata a picco sul mare della Costiera Amalfitana si scontreranno due filosofie diverse di cucina anche se entrambi gli chef brillano per creatività e rispetto della stagionalità dei prodotti. Barthe proviene da Vaux-en-Beaujolais, una realtà dall’atmosfera speciale, incantevole paesino sulla collina con vista sui celebri vigneti del Beaujolais. È uno chef giovane e straordinario, formatosi lavorando nel ristorante Maison Troisgros, tré stelle Michelin di Roanne, e con in testa un concetto di cucina molto semplice: cercare le eccellenze che vengono prodotte nella regione e valorizzarle. Se alcuni grandi leader sono eredi di una lunga tradizione familiare. Romain ha tracciato la sua strada, inventato la sua vita, costruito il suo destino passo dopo passo. Luigi Tramontano, napoletano doc, è passato da cinque anni come vice chef al Don Alfonso a Sant’Agata sui Due Golfi, fino all’Excelsior Vittoria di Sorrento, sì proprio quello dove soggiornava il tenore dei tenori, Enrico Caruso, e che ispirò la celebre canzone di Lucio Dalla. Quindi La Serra, che ha trascinato con un percorso speciale fino alla stella Michelin dove è executive chef.