Continua senza sosta la strage delle donne morte per femminicidio, uccise il più delle volte dai loro mariti, ex compagni o da partner dai quali si vogliono separare. Alla fine di settembre i dati raccolti dalla cronaca hanno conteggiato già 65 donne ammazzate dall’inizio dell’anno. Nel 2017, le vittime sono state 123, e nell’80,5% dei casi a ucciderle è stata una persona che conoscevano, nel 35,8% delle volte il partner attuale.
L’ultima a perdere la vita oggi, soffocata dal marito a quanto pare per un banale litigio, è stata Roxana Karin Zenteno peruviana di 42 anni, uccisa da Matteo Buscaglia, operaio di 47 anni, nella loro villetta a Boissano nel savonese. Subito dopo l’uomo ha tentato di suicidarsi tagliandosi le vene. Tra gli episodi efferati verificatisi nell’ultimo mese, i più gravi sono avvenuti in Campania.
A Vairano Patenora, nel casertano, il 15 novembre, un maresciallo della finanza Marcello de Prata, di 52 anni, ha
ucciso la moglie Antonella insegnante di 45 anni e la cognata Rosanna Laurenza di 43, sorella della vittima e cognata dell’omicida che poi si è suicidato. L’uomo era contrario alla separazione e da poco aveva ricevuto la notizia della fissazione dell’udienza davanti al giudice. Ha ucciso sparando quindici colpi con la pistola d’ordinanza dopo essere entrato nella cartoleria di famiglia delle due donne. Anche i suoceri sono stati gravemente feriti e ricoverati in prognosi riservata. A Sala Consilina, nel salernitano, il 3 novembre, un uomo di 48 anni, Gimino Chirichella, già noto alle forze dell’ordine, ha cosparso di benzina, versata da due taniche che aveva appena riempito dal distributore, l’abitazione dove viveva con la compagna e ha appiccato il fuoco. Violeta Mihaela Senchiu di 32
anni non è sopravvissuta alle tremende ustioni nonostante i soccorsi e il ricovero in ospedale, lascia tre figli piccoli che si sono salvati per miracolo solo perchè erano in cortile.