Eugenio Bennato ha concluso al Cairo la fase nordafricana del ciclo mondiale di concerti che si intitola “Da che Sud e’ Sud” e che nei giorni scorsi lo ha gia’
portato in Tunisia, Marocco e Algeria col dichiarato scopo di
cancellare le frontiere con l’onda della musica.
All’Open Theater dell’Opera del Cairo, la capitale egiziana
dove mancava dal 2006 (RPT: 2006), Bennato anche ieri sera ha
dato vita all’estensione mediterranea del tour iniziato
l’autunno scorso in grandi teatri italiani.
I concerti di Bennato puntano dichiaratamente ad affrontare
temi di attualita’ come il desiderio delle nuove generazioni di
superare le frontiere imposte dalla storia, di viaggiare,
conoscersi, esprimere sentimenti e costruire una vita di pace e
di creativa coesistenza di culture ed etnie diverse.
I temi vengono affrontati con una trasposizione musicale
fatta attraverso strumenti, timbri e voci provenienti dai “vari
sud del mondo” come quella di Mohammed El Aloui che anche suona
l’oud, una sorta di mandola tipica orientale. Anche ieri sera il
ritmo ha spinto il pubblico a ballare.
Inserito nel programma “Italia, Culture, Mediterraneo” del
ministero degli Affari esteri italiano, il ciclo proseguira’ in
altri paesi del Mediterraneo, per poi approdare nel resto
dell’Africa e in America Latina.
“Le canzoni composte e proposte mi risultano, a fine lavoro,
come le pagine di un diario di viaggio, un viaggio realmente
effettuato in giro per il mondo, dall’America del Sud e del Nord
all’Africa dei tamburi e delle carovane della disperazione e
della speranza, al Mediterraneo degli scambi e delle barriere,
all’Estremo Oriente del mistero e delle leggende”, ha commentato
Bennato in un testo di presentazione del tour.
“Ogni brano ha una sua storia e una sua identita’, ma tutti
sono accomunati dalla presenza, accanto alla mia voce narrante,
di una voce che fa risuonare la musicalita’ di una lingua
diversa, dal francese all’inglese, dallo spagnolo al brasiliano,
e certamente all’arabo dalla forte valenza ritmica ed evocativa
dei movimenti del presente”, ha aggiunto l’artista che nel 1969
fondo’ la Nuova Compagnia di Canto Popolare e che la settimana
scorda ha compiuto 70 (RPT: 70) anni.
Sul palco c’e’ un gruppo di sei elementi che, impegnati con
strumenti sia acustici che elettronici, si alternano con entrate
e uscite di scena a seconda dei brani e momenti di recitazione,
di danza e di interventi corali.
L’artefice del progetto “Musicanova” e del movimento “Taranta
Power” anche al Cairo ha proposto uno spettacolo che lega
l’energia del concerto con la forza espressiva dell’azione
teatrale, riferisce la presentazione.
Ideato all’interno di un impianto scenico definito “asciutto
e funzionale, insieme a suggestivi effetti di luce”, lo
spettacolo “e’ un’alchimia che trasporta il pubblico dentro
un’atmosfera magica e carica di emozioni”, viene aggiunto.