All’ospedale «San Pio» una nuova tecnica neurologica per curare una patologia che colpisce soprattutto i bambini Endoscopio 3D e una microcamera Cervello senza segreti a Benevento di Romualdo .Nel film di fantascienza del 1966 Viaggio allucinante, un team di medici a bordo di un sommergibile viene miniaturizzato e iniettato nel corpo di uno scienziato per eseguire una delicata operazione In una corsa contro il intervengono su una grave patologia cerebrale, l’idrocefalo ostruttivo, con una tecnica unica in Campania e all’avanguardia nel mondo, grazie a un innovativo endoscopio in 3D che permette di “navigare” all’interno del cervello dei pazienti. L’idrocefalo ostruttivo è una patologia frequente nella popolazione pediatrica ma anche tra gli adulti e colpisce all’incirca una persona su cinquemila. Comporta un accumulo di liquido nel cervello che aumenta la pressione nella scatola cranica e negli adulti è una malattia molto seria che inizialmente provoca difficoltà a camminare e che, se non trattata, porta a disturbi cognitivi e della memoria, fino alla demenza. Per quanto riguarda l’endoscopia , semplificando molto, è una piccola telecamera con un’ottica di appena 4mm e una luce all’estremità che consente al chirurgo divedere su uno schermo à l’interno del corpo del paziente. In generale non è certo una novità ma in neurochirurgia il suo uso risale solo agli ultimi vent’anni, durante i quali ha portato a una vera rivoluzione nel trattamento di alcune tra le più complesse patologie. Per molto tempo, però, questo strumento ha avuto il grosso limite di “vedere” solo in 2D, ponendo un serio problema al chirurgo che non riusciva a percepire la profondità come accade, invece, con l’occhio umano. Ci sono voluti più di vent’anni per riuscire a mettere in quei 4mm un secondo “occhio elettronico”, restituendo cosi al chirurgo una visione tridimensionale quasi reale, a colori e in alta definizione. Ciononostante, questo nuovo endoscopio 3D non è stato subito sfruttato appieno tant’è che, un po’ per scetticismo e un po’ per mancanza di set chirurgici dedicati, il suo uso è rimasto inizialmente confinato alla sola chirurgia endonasale, senza estendersi a quella cerebrale intraventricolare. A cambiare questo stato di cose sono stati i neurochirurghi di Benevento Matteo de Notaris, Francesco Corrivetti e l’ex primario dell’Unità di Neurochirurgia Giuseppe Catapano, con un articolo pubblicato a giugno sulla prestigiosa rivista americana Wortd Neurosurgery. Nell’articolo descrivono la tecnica usata in un particolare intervento di chinirgia cerebrale (terzo ventricolo-cisternostomia endoscopica) condotto con il nuovo endoscopio 3D e la confrontano con la vecchia tecnica in aD. È stata la prima volta al mondo che qualcuno ha pensato di utilizzare gli avveniristici endoscopi 3D in questo campo, dimostrandone i sorprendenti vantaggi rispetto all’uso degli endoscopi tradizionali.