Poverta’ e disuguaglianza, fenomeni oggi inarrestabili con la minaccia di un aumento di carestie e morte diffusa, per colpa di fattori che si alimentano l’un
l’altro, dai conflitti alle crisi ambientali e climatiche, dalle
emergenze sanitarie come il Covid agli shock economici. Le
persone che nel mondo soffrono la fame acuta hanno raggiunto la
quota record di quasi 200 milioni, con un picco di 40 milioni di
persone in piu’ in un solo anno. Crisi che il conflitto in
Ucraina puo’ aggravare con “effetti devastanti” con Paesi gia’ in
grave crisi alimentare che hanno ricevuto la totalita’ delle loro
importazioni di grano nel 2021 sia dalla Russia che
dall’Ucraina, come Somalia (oltre il 90%), Repubblica
Democratica del Congo (oltre l’80%) e Madagascar (oltre il 70%).
A lanciare l’allarme e’ il Rapporto annuale del Network
globale contro le crisi alimentari, che vede schierati Onu con
il programma alimentare, Unione Europea, Fao e altre agenzie
governative e non governative.
“Nel mondo in soli dodici mesi tra il 2020 e il 2021 sono
entrati nella fame acuta un numero di persone superiore
all’intera popolazione che vive in Canada. E oggi, anche a causa
dei conflitti in corso, la situazione e’ ulteriormente
peggiorata. E questo deve spingerci a un lavoro senza
precendenti, in particolare nei Paesi in via di sviluppo”, dice
il vicedirettore della Fao, Maurizio Martina con un’azione
umanitaria urgente.
In particolare, mette in evidenza il rapporto, a preoccupare
sono proprio gli scenari futuri determinati dal conflitto
russo-ucraino. I Paesi che gia’ affrontano alti livelli di fame
acuta, “sono particolarmente vulnerabili ai rischi creati dalla
situazione nell’ Europa orientale, in particolare a causa della
loro elevata dipendenza dalle importazioni di prodotti
alimentari e agricoli e per la vulnerabilita’ agli shock dei
prezzi alimentari”. Un tema che “aumenta la poverta’ alimentare
nel mondo”, dice il ministro delle Politiche agricole, Stefano
Patuanelli, ritenendo “inaccettabile che una crisi
internazionale come questa che mette in difficolta’ le nostre
economie, porti una parte del mondo in difficolta’ e la condanni
a una poverta’ assoluta. L’Europa non puo’ non porsi questo
problema. La Fao lo sta facendo bene, ma tutti dobbiamo aiutare

quei Paesi”.
Secondo il Rapporto del Network globale contro le crisi
alimentari, lo scorso anno l’emergenza fame ha colpito 193
milioni di persone in 53 Paesi/territori, contro i 155 milioni
in 55 Paesi del 2020. Etiopia, Sud Sudan, sud Madagascar e Yemen
sono classificati nella fase piu’ grave con un aumento dal 2016
del 571% di persone che si trovano nella fase di ‘catastrofe1.
In fase 4, quella di emergenza e sull’orlo della fase piu’ grave,
quasi 40 milioni di persone in 36 Paesi. In fase di crisi in 41
Paesi 133 milioni di persone. Circa 179-181,1 milioni di persone
in 42
dei 53 paesi/territori, dove le proiezioni sono disponibili, si
prevede che saranno nella fase di crisi o nella fase piu’ grave
nel 2022.