Tutte le decisioni sono state prese dialogando con regioni e comuni. Vogliamo l’Italia aperta con tutte le cautele del caso. Mario Draghi ieri ha ribadito la posizione del governo, la scuola resta in presenza.
vengano a regolare diversamente i medesimi settori». Inoltre la Campania non è zona rossa, «non risulta alcun focolaio ne alcun rischio specificamente riferito alla popolazione scolastica». Ne sono state assunte misure restrittive di altre attività, Infine, «le difficoltà del sistema sanitario regionale, lungi dal giustificare la misura sospensiva, dimostrano piuttosto la carente previsione di adeguate misure preordinate a scongiurare il rischio, ampiamente prevedibile, di ‘collasso’ anche sul sistema dei trasporti». Ð governo aveva già messo in chiaro che non ci sarebbero stati margini di azione per i presidenti di regione. Poi però ci sono le difficoltà dei territori. Il governatore Veneto Zaia: «Tra defezioni di insegnanti malati o in quarantena e non vaccinati la situazione è difficile, Draghi si faccia dare un parere dal Cts. Questa mattina saranno confinate per 5 ore in aule e se ci saranno positivi il contagio sarà aiutato nella sua diffusione. Siamo tutti per la scuola in presenza ma bisogna guardare in fàccia la realtà». SECONDO njTTOsouo LA arca 200mi- la classi dal 17 gennaio in poi potrebbero essere in dad. Il ministro Bianchi concede: «Se ci sono le condizioni le scuole potranno usare la didattica a distanza ma per un tempo limitato». Il protocollo sicurezza ha abolito la distanza di un metro in aula (il governo così ha potuto tagliare l’organico Covid) però le raccomandazioni del ministero dell’8 gennaio dicono che gli alunni della scuola primaria e secondaria di à e II gradi dovrebbero «consumare il pasto a una distanza interpersonale di almeno due metriii. Bianchi ieri ha ripetuto «Abbiamo dato 92 milioni 104mila euro al commissario Figliuolo per fa rè a ti tolo gratuito i tamponi alla scuola secondaria, questo libera spazio per i più piccoli*. Ma è un mese che il tracciamento è saltato. Impianti di aerazione; «Abbiamo dato i soldi alle scuole che li hanno impiegati in base alla loro autonomia» Spiega il ministro. «Questi 350 milioni sono stati distribuiti tra le Smila scuole italiane. Pensare che con questi fondi si facessero gli impianti di aerazione, che tra l’altro fanno gli enti e non i presidi, è irrealistico» la replica del presidente dell’Associazione nazionale presidi, Giannelli. Anche l’Anp ha dato le stime sulle assenze ieri: «Mancava il 10% del personale scolastico, circa lOOmila persone fra docenti ed Ata. Alle secondarie superiori arca il 10% di studenti assenti. Negli ordini inferiori meno perché è più problematico lasciare i bambini in casa. Quello che il governo non ha voluto fare lo farà la pandemia». a 15% degli alunni e è 20% del personale assenti, dati che raccogliamo empiricamente sui posti di lavoro, raccontano una realtà che difficilmente può dirsi normalità Pie Cgil Vincenzo De