Il disturbo da iperattività e deficit di attenzione (ADHD) può rubare oltre 10 anni di vita; se diagnosticato da piccoli riduce considerevolmente, infatti, l’aspettativa di vita.
Lo rivela uno studio di Russell Barkley dell’Università del South Carolina, in via di pubblicazione sul Journal of
Attention. L’ADHD è uno dei disturbi comportamentali più comuni dell’età evolutiva che colpisce fino al 5-7% della popolazione in età scolastica e che non regredisce nel corso dello sviluppo – molti soggetti che presentano il disturbo nella fanciullezza continueranno a manifestare l’ADHD in età adulta. Il disturbo, caratterizzato da deficit di attenzione, tendenza a distrarsi, difficolta a contenere i comportamenti, atteggiamenti impulsivi e difficoltà a portare a termine un compito, persiste nell’adolescenza in più dell’80% dei casi e nell’età adulta in più del 50% dei casi.
Nello studio Barkley ha trovato che un bambino con ADH ha quasi 10 anni in meno di aspettativa di vita in salute rispetto a un coetaneo senza disturbo e oltre 8 anni di aspettativa di vita totale in meno. Inoltre è emerso che se l’ADHD persiste to fino all’età adulta, la riduzione dell’aspettativa di vita in salute per il bambino è di quasi 13 anni e di oltre 11 l’aspettativa di vita totale. Questi risultati sono coerenti con dati secondo cui il rischio di morte in età infantile per un bambino con ADHD è quasi doppio rispetto a un coetaneo senza disturbo, per un adulto con ADHD il rischio è quasi di 5 volte maggiore. Il problema è che l’ADHD non solo si associa a maggior rischio di incidenti ma anche a problemi di salute che vanno dal fumo all’obesità.
Il disturbo non solo rende più difficile il percorso scolastico, ma in generale è un ostacolo anche nella vita di tutti i giorni e quindi non favorisce ad esempio l’adozione e il mantenimento di corretti stili di vita (sana alimentazione,
corretta igiene del sonno, pratica sportiva etc), tutti fattori che possono spiegare perché con ADHD si vive di meno