Tutte le università devono impegnarsi nella formazione di operatori sanitari e tutti i Paesi devono applicare la ‘Risoluzione sulle cure palliative’ dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) del 2014. Sono le due principali raccomandazioni fra le 13 contenute nel Libro Bianco sulle Cure Palliative presentato oggi da Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, al convegno su ‘Le cure Palliative per la promozione di
una cultura di responsabilità sociale’, promosso dall’Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano.
Il Libro Bianco è stato realizzato da PAL-LIFE, gruppo di lavoro internazionale istituito dalla Pontificia Accademia e composto da 13 leader delle cure palliative, selezionati in base a competenza professionale, attività di promozione delle cure palliative, e in rappresentanza di diverse regioni geografiche.
Lo scopo è accrescere la consapevolezza sociale e culturale dell’esistenza delle cure palliative e promuovere il dialogo e la cooperazione tra i vari soggetti interessati. Il tutto con l’auspicio di migliorare l’assistenza ai pazienti con prognosi infausta lungo le fasi della malattia, in tutto il mondo e tenendo in considerazione la prospettiva delle diverse religioni.
Oltre alle due principali raccomandazioni, il Libro Bianco si
rivolge ai responsabili politici affinché permettano “l’accesso
universale alle cure palliative per tutti i pazienti con
malattie croniche progressive”; ai farmacisti perché lavorino “a
forme di dosaggio non standard”; alle associazioni perché
sostengano “la promozione di orientamenti politici come la
Copertura Sanitaria Universale”; alle autorità farmaceutiche,
per sostenere “la disponibilità della morfina quale farmaco da
preferirsi per il controllo del dolore oncologico moderato/ severo”; ai mass media, perché sostengano “una cultura della consapevolezza intorno alla malattia avanzata e al ruolo delle cure palliative durante tutta la malattia”.
E poi il Libro bianco si rivolge anche agli organismi internazionali, alle istituzioni religiose, agli ospedali
(perché offrano a costi accessibili i farmaci di base per le cure palliative), pazienti e associazioni di pazienti (che
necessitano di campagne di alfabetizzazione sanitaria) e, ancora operatori sanitari e organizzazioni benefiche.