“Avevo la febbre da dieci giorni non c’era verso, non mi passava. Poi la fame d’aria ho visto
la morte”. Ha trascorso venti giorni nell’ospedale Cotugno,
un’eccellenza di Napoli, Arturo (nome di fantasia). E’
tornato a casa, ad Afragola, nel Napoletano, con dieci chili in
meno e con ancora addosso la paura di chi sa di essere un
sopravvissuto. Di chi e’ consapevole che e’ facile perdere tutto.
Prima di parlare di se, pero’, di raccontare cio’ che gli e’
accaduto, lancia un appello: “Il coronavirus e’ una cosa seria:
restate a casa e rispettate le ordinanze”. Arturo non ha 80
anni. Neppure 70, 60 o 50. Arturo e’ giovane e forse proprio per
questo ce l’ha fatta. Abita in un comune dove i positivi sono in
costante aumento, malgrado gli sforzi e i reiterati appelli del
sindaco Claudio Grillo, a cui lui deve molto. “Ha aiutato me e
sta aiutando altri come me – dice – e’ stato grazie a lui se oggi
sono potuto tornare a casa”.” Stamane, quando e’ stato dimesso,
non sapeva come rincasare: nessuno poteva venirlo a prendere,
nessuno puo’ uscire. E’ stato nuovamente il sindaco Grillo ad
organizzargli il trasporto, garantendo ancora una volta
l’assistenza che, in prima persona, sta garantendo a tutti.
“Non potro’ mai dimenticare gli occhi spaventati dei medici in
ospedale – ricorda – eravamo all’inizio dell’epidemia. Anche
loro avevano paura. Ma mi ha assistito con professionalita’ sia
quando ero in terapia intensiva, sia dopo. Mi hanno restituito
alla vita. Tornare a respirare da solo e’ stato come tornare a
nascere”, dice. Poi la mente ritorna a quei terribili momenti
vissuti quando ha capito che febbre e dispnea erano l’effetto
del virus. “Non mi passava nonostante le cure tradizionali, –
ricorda – ma comunque non me ne rendevo conto, forse perche’ non
avevo idea di queste cose, forse perche’ il timore di essere
positivo mi faceva pensare di non esserlo”. ”
“Una notte pero’ – prosegue – mi sono svegliato per andare in
bagno. Non respiravo, ho visto la morte con gli occhi. Il 118 mi
ha portato in ospedale, ero positivo”. Fin dal primo giorno,
Arturo ha potuto contare sulla completa assistenza del sindaco
Grillo: “Si e’ occupato della mia famiglia in prima persona (ha
una compagna e un figlioletto, ndr), non abbandonandoli mai”,
dice con riconoscenza e con la voce rotta dall’emozione.
“La cosa che mi ha sorpreso e’ stata vedere che mentre ero in
ospedale lui non si e’ dimenticato di noi, malgrado le difficolta’
che doveva affrontare ogni giorno. Anche di sabato sera ha messo
le vite dei miei familiari davanti alla sua”. ”
“Sto leggendo sul web di persone che ancora escono e
contestano le ordinanze – afferma Arturo – dico ‘restare a casa
e rispettate le disposizioni, con questo virus non si scherza,
collaboriamo e non contestiamo le ordinanze del nostro sindaco,
per me uno dei migliori d’Italia”.
Arturo restera’ per un po’ in quarantena domiciliare, malgrado
sia negativo. E’ felice ma solo a meta’. A preoccuparlo ora sono i
suoi familiari.