Ancora segnali buoni e incoraggianti dai dati presentati dalla Protezione civile, ma secondo gli
esperti e’ davvero molto presto per sbilanciarsi: ci sono numeri
positivi, ma ci sono anche tante incognite, a partire dal
rischio della comparsa di focolai a livello locale. “Che la
crescita dei nuovi casi in Italia sia molto rallentata e’ certo,
ma aspettiamo di vedere il momento in cui comincera’ a scendere
sul serio”, ha osservato il fisico Giorgio Parisi,
dell’Universita’ Sapienza di Roma e fra i ricercatori che stanno
seguendo l’andamento dell’epidemia di Covid fin dagli inizi.
“Finche’ il picco non e’ passato non c’e’ certezza”, ha
aggiunto. Quelli che contano sono i numeri, come quelli che
indicano il lieve numero contagi in rapporto all’aumentato
numero dei tamponi”. C’e’ insomma “qualche segnale di
rallentamento: bisogna vedere se tra qualche giorno si
consolidera'”. Aumenta il numero dei guariti, con un totale di
15.729, 1.109 in piu’ nelle ultime 24 ore e 1.590 in piu’
registrati lunedi’; continuano a salire in modo costante i nuovi
casi, arrivati a 77.635, con un incremento di 2.107 in 24 ore e
di 1.648 da domenica a lunedi’.
Diverso il discorso per quanto riguarda i decessi, che al
momento non accennano a diminuire: il loro numero resta
costante: i 12.428 registrati oggi sono 837 in piu’ rispetto a
ieri e lunedi’ l’aumento era stato di 812. Anche in questo caso
attendere e’ d’obbligo perche’ i decessi fotografano la situazione
di circa 20 giorni fa, considerando i tempi della malattia e
quelli che trascorrono dall’incubazione alla comparsa dei
sintomi e poi alla diagnosi.
“Non ci sono ancora sicurezze”, ha rilevato Parisi. Le
incognite si nascondono a livello locale: “e’ necessario
controllare l’epidemia in tutte le province. E’ chiaro che, se
dovessero verificarsi situazioni fuori controllo, questo
potrebbe essere un problema, dobbiamo avere successo ovunque”.
Il problema serio, secondo Parisi, e’ che “nel Sud la sanita’ e’
piu’ debole, anche se i dati non sembrano cattivi” Tuttavia avere
gia’ un centinaio di casi in piu’ potrebbe rischiare di saturare
gli ospedali. Ci possono essere ancora molti imprevisti e capire
quando la curva epidemica comincera’ a scendere e quanto
velocemente e’ al momento completamente un’incognita: dipendera’ –
ha rilevato Parisi – da quanto sono state applicate le misure”.
Analoga la posizione del fisico Giorgio Sestili, fondatore e
fra i curatori della pagina Facebook “Coronavirus – Dati e
analisi scientifiche”. Fra i dati che invitano all’ottimismo,
uno dei piu’ importanti, ha rilevato, riguarda il “rapporto fra i
tamponi positivi e quelli eseguiti, che sta continuando a
scendere costantemente negli ultimi giorni”. Anche secondo
Sestili bisogna guardare all’evoluzione dei dati sui decessi,
che “nel prossimo periodo dovranno cominciare a rallentare: se
calcoliamo 25 giorni dall’introduzione del lockdown fra sette
giorni, ossia intorno al 7 aprile, dovremmo cominciare a vedere
risultati”.
Se da un lato prevale questo approccio prudente, dall’altro
alcune simulazioni si spingono a previsioni a circa un mese,
come quella pubblicata sito MedRXiv dall’ingegnere Antonio
Paolozzi, dell’Universita’ Sapienza di Roma, e dal fisico Ignazio
Ciufolini, dell’Universita’ del Salento, secondo la quale fra il
23 e il 27 marzo e’ stato raggiunto il picco dei casi di Covid
diagnosticati ogni giorno e la discesa dovrebbe raggiungere meno
di 100 nuovi casi al giorno fra il 17 e il 27 aprile.