Il maestro Roberto Capucci torna a Palazzo Pitti, dove ha debuttato nel 1951 sfilando nell’ambito del First Italian Fashion Show organizzato dal marchese  Giavanbattista Giorgini in Sala Bianca. L’occasione e’ la mostra
 che raccoglie suoi disegni per il teatro, ‘Capucci Dionisiaco’, al via da domani e fino al 14 febbraio nell’Andito degli Angiolini di Pitti e presentata oggi. “Ho iniziato qua che avevo 20 anni. Non e’ un’emozione qualsiasi, molto di piu’, qualcosa di sentimentale”, le parole di Capucci a chi gli domanda quanto sia emozionato. “Che bello vedere Palazzo Pitti stamani mattina presto, non c’era nessuno – aggiunge -. Ho fatto qui la mia prima collezione, come puo’ una persona dimenticare le cose che ha amato? A Firenze sono nato e qui volevo tornare”. La mostra raccoglie 72 opere su carta di grande formato (70x50cm) che raffigurano costumi teatrali maschili. Misterioso
il carattere dei costumi. “I punti focali di ogni figura –
spiega Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi –
sono soprattutto la testa e i fianchi, da dove partono sbuffi e
girandole, nastri e piume, elmi e carapaci imprevedibili per
l’osservatore. La creativita’ si unisce al rigore della materia”.
Si riconoscono alcune peculiarita’ stilistiche del cuturier, come
il tocco grafico, la sensibilita’ negli accostamenti di colori,
la precisione geometrica”.
Capucci stasera’ sara’ poi proprio nella Sala Bianca di Pitti,
dove tutto e’ iniziato, per partecipare alla cena di gala
organizzata dal Centro di Firenze della Moda Italiana. Confida
che sara’ una grande emozione. “Ho sempre guardato a Firenze con
grande ammirazione, anche per quello che sta facendo per la moda
internazionale – dice Capucci -. Non posso dimenticare la mia
mostra organizza da Pitti Immagine a Palazzo Strozzi nel 1990”.
Capucci guarda anche alla nuova generazione di stilisti, cui
regala un consiglio. “Ai giovani dico di essere piu’ saggi perche’
bisogna tornare al bello”.