L’influenza viaggia veloce verso il picco dei contagi e ha gia’ messo a letto quasi due milioni e 300 mila persone. In particolare, nella seconda settimana del nuovo anno, un “brusco aumento del numero di casi” e’ stato registrato “soprattutto nei giovani adulti e negli anziani”. Super affollati gli studi di pediatri e medici di famiglia, mentre nei Pronto Soccorso la situazione sembra per ora abbastanza tranquilla. Secondo il bollettino di sorveglianza delle sindromi influenzali InfluNet, a cura dell’Istituto Superiore di Sanita’ (Iss), i casi, la settimana passata sono stati 374.000, per un totale, da meta’ ottobre, di circa 2.268.000 persone a letto. E con i contagi degli ultimissimi giorni ci si avvicina ai 3 milioni di casi. Dopo il lieve calo dovuto alla chiusura delle scuole nelle festivita’ natalizie, quindi, il numero dei contagi influenzali continua a salire velocemente. Dal 6 al 12 gennaio 2020, l’incidenza totale e’ pari a 6,2 casi per mille assistiti. A esser colpiti maggiormente dal virus dell’influenza sono stati, come al solito, i bambini al di sotto dei cinque anni. Tra di loro si osserva un’incidenza pari a 10,7 casi per mille assistiti: alta ma non in aumento rispetto alla scorsa settimana, come accade invece tra i piu’ grandi, che finora erano stati maggiormente ‘risparmiati’ dal virus. Piemonte, Lombardia, Liguria, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Campania e Sicilia sono le Regioni maggiormente colpite. Non mancano casi gravi e complicati, per lo piu’ in persone anziane o con altre malattie croniche: secondo il bollettino FluNews, dall’inizio della sorveglianza, ne sono stati segnalati 20, che hanno necessitato il ricovero in terapia intensiva. Di questi, 4 sono deceduti. “Ci avvicineremo, con la settimana in corso, ai 3 milioni di contagi e il picco e’ atteso per fine gennaio o inizio febbraio. L’andamento dell’epidemia e’ simile a quello della stagione 2018-2019 ed e’ considerata di media intensita'”, commenta Tonino Bella, responsabile della Sorveglianza InfluNet dell’Iss. L’aumento dei contagi si rispecchia nell’affollamento degli studi dei medici di famiglia. “In questi giorni sono letteralmente presi d’assalto, soprattutto per via di patologie respiratorie negli anziani. Sembra stia funzionando il loro ruolo di ‘filtro’ per ridurre l’afflusso nei pronto soccorso”, osserva Silvestro Scotti, segretario della Federazione dei Medici di Medicina Generale (Fimmg). A confermarlo, sulla base di un’indagine a campione, e’ la Societa’ Italiana della medicina di emergenza-urgenza (Simeu): “ci risulta che nei Pronto Soccorso italiani, per il momento, tranne pochi casi isolati, non ci sono particolari condizioni di emergenza. Queste potrebbero verificarsi tra due o tre settimane, in concomitanza con il picco”.