Complici le festivita’ , continua a crescere consistentemente la domanda di tamponi antigenici
rapidi nelle farmacie, un ‘boom’ di richieste che ha portato a
6,5 milioni di tamponi effettuati negli ultimi 7 giorni. Ma, se
per ora il sistema sta reggendo, gli esperti avvertono che e’
concreto il rischio di una carenza nel medio termine nei
rifornimenti di tamponi rapidi per la diagnosi della positivita’
al Covid se sara’ mantenuto l’attuale trend dei consumi, mentre i
primi ritardi nelle consegne dei test si stanno gia’ verificando
in varie realta’ regionali.
Il numero dei tamponi, rileva la Fondazione Gimbe nel suo
ultimo monitoraggio, e’ passato da 5.175.977 della settimana
22-28 dicembre a 6.487.127 del 29 dicembre-4 gennaio (+25,3%),
per l’incremento sia dei rapidi (+23,9%) sia dei molecolari
(+28,8%). Impenna anche il tasso di positivita’ : dal 28 dicembre
al 4 gennaio la media e’ salita dal 2,8% all’8,2% per gli
antigenici e dal 15% al 24% per i molecolari.
“L’enorme aumento della circolazione virale – spiega il
presidente Gimbe, Nino Cartabellotta – e’ dovuto sia al dilagare
di omicron sia all’incremento dei contatti sociali durante le
feste. L’impatto su ricoveri e decessi sara’ visibile nelle
prossime settimane”. Ma questi numeri crescenti mettono a dura
prova il sistema e gli approvvigionamenti sono sempre piu’ a
rischio, avverte il presidente della Societa’ Italiana di
Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende
Sanitarie (Sifo) Arturo Cavaliere. A fronte “dell’enorme domanda
di tamponi antigenici rapidi soprattutto nelle farmacie, al
momento il sistema ancora regge ma c’e’ gia’ un ritardo nelle
consegne, con gli ordinativi in essere che hanno tempi di
consegna piu’ lunghi. Se i fabbisogni non torneranno a livelli di
normalita’ – spiega Cavaliere  – si puo’ prevedere nel
medio termine una forte criticita’ in termini di carenza di
questi prodotti o aumento dei costi”. Gli approvvigionamenti di
tamponi rapidi di seconda e terza generazione, a fronte della
“domanda esponenziale – afferma – si stanno facendo complessi e
in questi giorni e’ impossibile stimare i fabbisogni regionali e
nazionali per i prossimi mesi, sia per i tamponi antigenici
rapidi sia per i reagenti dei tamponi molecolari”. Una
situazione che potrebbe dunque complicarsi: “Se ci dovessimo
basare sulle stime dei consumi dell’ultimo periodo – sottolinea
il presidente Sifo – nei primi 3-4 mesi del 2022 si consumerebbe
un numero di tamponi rapidi pari a quello dell’intero 2021”.Cio’
anche “alla luce delle ultime ordinanze, che – chiarisce – sono
piu’ stringenti. Ad esempio, il test antigenico per gli operatori
sanitari che finora andava effettuato ogni 15 giorni, ora dovra’
essere effettuato ogni dieci giorni. La richiesta di tamponi
dunque aumentera’ ancora ed il punto e’ che e’ necessario fare
delle stime dei fabbisogni per poter programmare delle nuove
gare d’acquisto nel 2022”. Insomma, ribadisce Cavaliere, “a
fronte di un aumento smisurato dei fabbisogni, il sistema
reagira’ o con carenze o con un aumento dei costi”. Questo
perche’ , conclude, “il tutto e’ anche amplificato dalla necessita’
di importare i test antigenici ed i reagenti per i tamponi
molecolari dai Paesi asiatici, in testa Cina e Corea, senza
avere ancora oggi una sufficiente autonomia nazionale
produttiva”.