Quattro tonnellate di baccalà, 2mila litri di olio extravergine di oliva, una tonnellata di pomodori, tra San Marzano, pomodorini del piennolo e Giagiu, due quintali dipapaccelle, un quintale di riso invecchiato 18 anni, quattro quintali di pasta, 100 litri di latte di bufala, migliaia e migliaia di bottiglie di vino e di birra artigianale, fiumi di bollicine. Sono i numeri della terza edizione di BaccalàRe che, in quattro giorni, ha contato un flusso di 200mila visitatori. Grande attenzione per un nuovo format: lo street event fatto da chef stellati in un lungomare di Napoli che si è trasformato in un luogo di confronto sull’impiego in cucina di una materia prima proveniente dell’Europa del Nord: il Gadus Morhua, ossia il miglior filetto di baccalà. Proprio dagli incontri tra produttori e chef della Campania è emersa l’esigenza di agevolarne l’uso riducendo, o evitando, la procedura dell’ammollo che richiede giornate intere. Ed è nato un baccalà nuovo di zecca: già spugnato, confezionato fresco sottovuoto, pronto all’uso e con una shelf life di 30 giorni. Un prodotto che l’imprenditore Vincenzo Varriale, organizzatore dell’evento, sta pensando di immettere sul mercato e commercializzare.