In Italia gli over 65 sono privi di diritti, certamente non possono contare su alcuna politica mirata alla soddisfazione dei loro bisogni assistenziali. Questo nonostante l’Italia sia un paese che continua ad invecchiare”. A dirlo, informa una nota, e’ Gabriele Peperoni geriatra e vicepresidente regionale del Sumai. Nel convegno di geriatria organizzato dalla Sigg svoltosi sul tema ‘Invecchiamento attivo e autodeterminazione per il fine vita: strategie di tutela dell’anziano’ nell’ambito del progetto Bollini Rosa Argento dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (Onda) sono stati resi noti i dati della recente indagine Ue ‘Report active ageing index’, che ha messo a confronto 28 Paesi europei nell’arco di quattro anni, dal 2008 al 2012, tenendo conto di fattori come le politiche per favorire l’invecchiamento attivo o il coinvolgimento sociale degli anziani;, l’Italia e’ quindicesima per misure come l’accesso ai servizi o l’uso di tecnologie che aiutino nella quotidianita’, mentre e’ diciassettesima per livello di indipendenza degli over-65. ”E’ drammatico – continua Peperoni – che ad oggi non siano stati previsti strumenti comuni che, attraverso percorsi diagnostico-terapeutici validati, portino ad una presa in carico del soggetto fragile. Ad una corretta metodologia di cura della cronicita’ e all’assistenza presso il domicilio o, dove questo non fosse possibile, presso residenze sanitarie specificamente organizzate”. Poi una critica diretta alle politiche re ionali alternatesi negli anni. Politiche che Peperoni definisce ”disorganizzate e confuse”, che hanno camminato ”in ordine sparso”. Guardando invece al livello nazionale, il geriatra afferma: ”E’ tragico che anche durante le prime fasi di questa campagna elettorale si parli solo di di bonus bebe’, che anche e’ giusto, ma senza ricordarsi di “bonus nonni”. La speranza e’ che il prossimo Governo avvii i giusti provvedimenti che diano sostegno ad una categoria di persone spesso dimenticate”.