Al momento non ci sono interventi di provata efficacia in grado di prevenire l’Alzheimer, ne’ di tipo farmacologico ne’ basati sull’esercizio fisico o il ‘brain training’. Lo afferma una revisione degli studi principali sul tema del Minnesota Evidence-based Practice Center pubblicato sugli Annals of Internal Medicine, secondo cui forse solo una combinazione di buoni stili di vita puo’ avere qualche effetto. I ricercatori hanno analizzato i risultati di 16 test clinici sull’effetto dell’attivita’ fisica, 51 su farmaci, 11 sul cosiddetto ‘brain training’ e 38 sull’uso di supplementi di diverso tipo, dalle vitamine agli omega 3. In nessun caso, scrivono, sono state trovate evidenze robuste di un’efficacia nel prevenire l’Alzheimer dopo gli 80 anni. Il fatto che gli studi finora non abbiano dato risultati notevoli, aggiungono pero’ gli autori, non implica che questi interventi non siano per niente efficaci. “Ci sono studi che hanno trovato un beneficio nell’attivita’ fisica – concludono – il problema e’ che non sono abbastanza lunghi o con abbastanza partecipanti per mostrare un vero effetto a lungo termine”. Altri studi inoltre hanno mostrato che diabete, ipertensione e iperlipidemia durante la mezza eta’ aumentano il rischio, e che l’uso di farmaci che contrastano queste condizioni hanno un effetto preventivo. “Test clinici rigorosi non hanno trovato benefici chiari – aggiungono – ma questo tipo di studi dovrebbe tenere conto di cosi’ tanti fattori che influiscono sulla salute e cosi’ a lungo da non essere fattibili nella realta'”.