Le barelle hanno occupato di nuovo il pronto soccorso che non vive tregua. Ieri mattina 121 utenti assistiti in contemporanea dal poco personale disponi Al Cardarelli una ‘domenica bestiale . II Cardarelli è ripiombato in una crisi sanitaria allucinante (se mai ne fosse uscito) molto simile a quella di aprile. Raccontare i fatti rischia addirittura di trasformarsi in una prassi d’ufficio, ina quando si ha a che tare con la vita e la morte delle persone non bisogna mai cadere nell’assuefa2Ìone, Le barelle hanno occupato di nuovo il pronto soccorso della più grande struttura ospedaliera del Sud Italia, Scene da incubo, un vero e proprio lazzaretto manzoniano. Nella mattinata di ¡eri, ad esempio, c’erano 121 pazienti ricoverati nell’ambito del Ps, Di cui 52 sistemati nei posti ordinari e formali delle due Osservazioni breve intensiva (Obi) e 69 in quello che ormai è diventato un reparto a (ulti gli cncui. ovvero il salone di passaggio. Pieno di pazienti sofferenti ed adagiati sulle lettighe. Una situazione che, raccontano fonti ospedaliere, è andata via via peggiorando verso sera, con l’arrivo di nuovi cittadini in cerca di cure. L’altra faccia di questa dannata medaglia è rappresentata da medici e infermieri, veri e propri eroi costretti a lavorare in una tritícea. Ieri erano presenti solo 8 infermieri 4 operatori socio sanitari. Un numero esiguo di personale per fronteggiare un numero molto elevato di pazienti. Il problema è tutto lì. Dunque, al Cardarelli c’è un reparto fantasma: sulla carta è un salone non adibito all’assistenza medica, di fatto è un reparto a tutti gli ñÏñé³. Nel pomeriggio, sconfortati, infermieri e Oss dell’Obi hanno scritto alla direzione sanitaria per chiedere rinforzi (è stato inviata una unità in più poco dopo). E nella lederà firmata. hanno anche fatto presente che “ciò non basta a coprire l’attuale criticità dovuta alla presenza dei pazienti posti al di fuori dell’unità operativa. Di conseguenza si declina da ogni responsabilità”. Il personale che lavora in questo lazzaretto vede i carichi di lavoro triplicare così come le responsabilità, fanno da parafulmine a scelte organizzative e manageriali evidentemente sbagliate. Tornando all’emergenza, le immagini pubblicate da Cronache parlano più delle parole. Per evitare il rischio assuefazione all’orrore, vale la pena ricordare che significa essere ricoverati in barella nel salone del pronto soccorso. La privacy è un miraggio, visite me diche e cambi avvengono davanti a tutti. Non c’è un comodino per poggiare il ricambio o le suppellettili. non ci sono prese sufficienti per caricare i cellulari, si soffre sotto gli occhi di tutti. I bagni poi sono pochi rispetto al numero di degenti. Chi non riesce a deambulare di fatto espleta i propri bisogni nel salone. L’altro ieri il direttore sanitario dell’ospedale ha voluto inviare alla nostra redazione una piccata lettera di smentita della reali a. definendo come sbagliata la descrizione di “inferno Cardarelli”. Effettivamente non conosciamo come sia fatto l’inferno, però conosciamo la costituzione italiana che sancisce la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. E conosciamo anche le definizioni dellOms. die descrive la salute come “uno stato di completo benessere fisico. mentale, sociale e non consiste soltanto nell’assenza di malattie o infermità”. Questo diritto alle persone che vedete nelle immagini viene garantito? Al governatore Vincenzo De Luca e ai suoi prodi l’ardua sentenza.